DANIELE ROSI
Cronaca

L’odissea di Vincenzo emoziona tutta Italia

Alla ribalta la vicenda di Currà scampato al Covid. Undici mesi di malattia e ospedali. Ieri è stato protagonista della trasmissione di Rai Uno ’Oggi è un altro giorno’

di Daniele Rosi

Undici mesi tra la vita e la morte: poi il lieto fine. La bella storia di Vincenzo Currà, sopravvissuto dopo una durissima battaglia contro il Covid e raccontata qualche giorno fa in anteprima dalla Nazione, ha ricevuto le attenzioni dei mass media nazionali. Ieri una troupe Rai Uno ha fatto visita a casa di Currà sul viale XX settembre, per un servizio in diretta all’interno della trasmissione "Oggi è un altro giorno" condotto da Serena Bortone nel primo pomeriggio. Una giornata di festa per Vincenzo, che davanti alle telecamere del servizio pubblico, ha spento le candeline festeggiando i suoi 70 anni, godendo del grande affetto dei suoi cari. Forte l’emozione che si provava entrando a casa Currà, con una famiglia commossa e felice. Il 22 novembre 2020 il primo campanello d’allarme per Vincenzo, sintomi inconfondibili, le prime avvisaglie del Covid: febbre, difficoltà respiratorie e saturazione anomala. Al Noa la prima diagnosi di polmonite bilaterale con buona parte dei polmoni compromessi. Mesi di terapia intensiva per l’uomo, intubato e isolato dagli affetti più cari. "Il mio corpo era del tutto immobile, ma il cervello continuava a funzionare – ha raccontato Vincenzo Currà – io però ho resistito e sono andato avanti. Ho visto le persone vicine a me morire. Il suono del campanello delle barelle era inconfondibile e non lo dimenticherò mai". Per provare a resistere, l’uomo ha fatto affidamento all’affetto della sua famiglia, cercando di farcela soprattutto per loro, con la certezza di un aiuto ricevuto dall’alto. "Ho perso mia figlia Sonia vent’anni fa in un incidente stradale – ha ricordato con dolore Currà – e sono convinto che sia stata lei a darmi la forza necessaria per andare avanti nella mia lotta. Non potevo vedere nemmeno i miei nipotini mentre ero in isolamento, loro però riuscivano lo stesso a starmi vicino facendo delle videochiamate con il cellulare o preparandomi dei disegni colorati".

Poi il trasferimento in diverse cliniche nel corso dei mesi seguenti. A Pisa la notizia di un intervento rischioso, che avrebbe avuto la metà di chance di riuscita. Da lì un ulteriore consulto a Padova, dove il dottor Federico Rea non dà molte speranze alla famiglia. L’intervento viene ugualmente fatto per provare a salvargli la vita; è il 24 giugno e Vincenzo supera la notte. Da quel momento inizia per lui il normale decorso post operatorio, fino al rientro a casa di tre settimane fa insieme alla moglie Pina, i figli Lorena, Antonio e Roberto e i vari nipotini. "Quando mi sono ammalato il vaccino non esisteva ancora – ha ricordato Vincenzo – e per fortuna sono riuscito a superare il Covid. Ringrazio tutto il personale medico, gli infermieri, la famiglia e gli amici, che mi sono stati vicini in questi duri mesi". La giornata di festa insieme alla troupe del nostro giornale e della trasmissione Rai, si è chiusa con una torta di compleanno con la scritta "La vita ti offre sempre una seconda possibilità. Si chiama domani" accompagnata dalla canzone "Tanti auguri" suonata nello studio Rai da Memo Remigi.