L’odissea di un’anziana: "Sospeso un servizio vitale"

La sostituzione del tubo interno della stomia non sarebbe più disponibile. Il figlio denuncia: "Noi in un limbo: mi sono già risolto al Tribunale del Malato".

L’odissea di un’anziana: "Sospeso un servizio vitale"

L’odissea di un’anziana: "Sospeso un servizio vitale"

di Patrik Pucciarelli

Ha 85 anni, è malata oncologica, ma le avrebbero sospenso il servizio per sostituire il tubo interno della stomia. Si torna a parlare di sanità, la storia di Edda Vanni parte da un tumore alla vescica, in parte asportato, seguito dall’inserimento di un bypass al rene con una stomia renale. La stomia è il risultato di un intervento chirurgico con il quale vengono portati e suturati sulla cute addominale gli ureteri per permettere la fuoriuscita dell’urina all’esterno. "Viste le complicazioni il reparto di urologia dell’ospedale di Massa - racconta il figlio della donna Cristiano Antoncich - ha optato per questo tipo di soluzione. Mia madre deve sostituire ogni mese una tratto del tubo interno della stomia per evitare infezioni, sono circa due anni che ci rechiamo in reparto per fare questo tipo di operazione. L’ultima volta mercoledì scorso quando abbiamo fatto l’amara scoperta: il servizio non era più disponibile".

A quel punto l’uomo inizia a chiedersi il perché della cosa: "mi hanno solo detto che non potevano più fare questa operazione, ed era stato deciso di sospenderla. Stiamo parlando di qualcosa di vitale per il paziente, un procedimento complesso da fare per forza in ospedale con urologi e addirittura una sala di radiologia disponibile perché c’è bisogno di macchinari specifici. Mia madre è solo una di 6 persone che si recano ogni mese in reparto". Così a detta dell’uomo l’unica soluzione data dai sanitari "è stata quella di rivolgerci al Cup per vedere se esistesse un’altra struttura che facesse questo tipo di operazione. Hanno demandato a noi la ricerca dell’alternativa così ci siamo recati al Cup ma nessun’altra struttura fa questa cosa. Un’ora di ricerca negli uffici del centro di prenotazione e l’attivazione interna al Noa per capire come gestire la situazione ma nessuno sa niente, nessuna risposta". Vanni ha una valvola cardiaca, soffre di fibrillazione arteriosa, un tumore alla vescica e neanche un mese fa è stata ricoverata con grossi problemi di respirazione "dovuti a una limitazione del funzionamento renale che prima ha colpito il cuore e poi i polmoni - prosegue il figlio -. Mia madre deve fare terapie diuretiche sennò rischia di avere versamenti bilaterali come è già successo".

"Capisco – conclude – che ci siano pochi urologi e sia difficile gestire tutta la mole di lavoro, ma penso che l’iniziativa di sospendere il servizio sia partita dal reparto visto che il personale è oberato di lavoro però questo non può e non deve ricadere sul paziente. Ci costringono a rivolgerci alle strutture a pagamento, ma questo tipo di operazione deve essere fatta per forza in ospedale. Loro hanno chiuso un servizio senza preoccuparsi di trovarci una soluzione: mi sono già rivolto al Tribunale del Malato".