ANDREA LUPARIA
Cronaca

Lo accusano di mobbing Vince la causa e ora attacca

Il Giudice del lavoro assolve Marco Vergazzoli, capo di una società di vigilanza "Ma l’aver subito un processo ingiusto è stata fonte di sofferenza familiare"

di Andrea Luparia

Bisogna stare molto attenti ad accusare qualcuno di “mobbing“. Sia quando ne parli sul giornale, ma soprattutto quando denunci una persona portandola davanti al giudice. Perchè puoi anche perdere e allora potresti essere accusato di diffamazione e passare da accusatore ad accusato. E’ quando accaduto ad un massese che lavorava in una società privata che si occupa di vigilanza. Il lavoratore (una guardia giurata assunta a tempo pieno e indeterminato) aveva già fatto causa contro la ditta dove lavorava accusandola di “licenziamento illegittimo“. La Corte d’Appello di Genova gli aveva dato ragione constatando “una statuizione d’illegittimità del licenziamento“ e condannando la società al risarcimento del danno. Ma dopo questa sentenza l’uomo ha voluto, come dire, stravincere e ha portato avanti una nuova azione legale questa volta non solo contro la società ma anche contro Marco Vergazzoli, il capo servizio locale dell’azienda. Nella sua tesi, l’ex dipendente accusava il capo servizio di aver “posto in essere condotte di mobbing, procurandogli una lesione personale“. E quindi chiedeva un risarcimento pari a circa 50mila euro. Ma gli è andata male. Molto male. Il Vergazzoli si è affidato all’avvocato Daniele Biagini che l’ha difeso, in Tribunale a Massa, davanti al Giudice del lavoro Augusto Lama.

E così, dopo una complessa attività istruttoria che ha coinvolto come testimoni anche alcuni clienti della società di cui era dipendente (come, solo per fare un piccolo esempio, la società “Esselunga Spa“) è venuto fuori che Marco Vergazzoli non aveva fatto alcun tipo di “mobbing“ contro l’ex dipendente. In pratica il Giudice del Lavoro non ha accolto il ricorso rilevando che le condotte del capo servizio erano rispettose della normativa, sia contrattuale che di legge. E che aveva operato nell’esclusivo interesse dei clienti dell’azienda per cui lavorava. Adesso l’avvocato Daniele Biagini non può che dirsi soddisfatto: "La vita professionale ha condotto il mio assistito presso un altra azienda, leader nel settore della vigilanza, ma l’aver subito un ingiusto processo è stata fonte di sofferenza personale e famigliare. E’ soddisfatto – spiega l’avvocato – della decisione assunta dal Tribunale di Massa, conseguenza di una particolare e dettagliata attività istruttoria che il magistrato ha condotto. Adesso che è uscito da questa vicenda, con una sentenza che lo ha riabilitato nel ruolo svolto, intende esercitare i propri diritti nelle ulteriori sedi che saranno individuate". Per capirci, finora ha giocato in difesa, il prossimo anno giocherà all’attacco.