Giuseppe, liutaio dalle mani d’oro

A Villafranca in Lunigiana ha fatto le chitarre per musicisti di fama. "Ringrazio mia moglie"

Giuseppe Guagliardo, eccellenza dell’artigianato lunigianese

Giuseppe Guagliardo, eccellenza dell’artigianato lunigianese

Villafranca in Lunigiana (Massa), 14 febbraio 2019 - Quando parla delle sue chitarre gli brillano gli occhi, perché è riuscito a realizzare la passione che aveva fin da ragazzo e a farne un mestiere che ama. Lui è Giuseppe Guagliardo, vive a ViIlafranca e di lavoro fa il liutaio. Entrare nel suo laboratorio è come entrare in un mondo magico, con chitarre appese alle pareti, fotografie di grandi chitarristi e tanti oggetti che gli servono per costruire le sue chitarre. Tutte a mano, perché lui ama definirsi un artigiano. Ed è sempre lui che racconta come ha iniziato.

"Avevo dodici anni - dice - e in Sicilia andavo in bottega da un falegname, che mi ha insegnato le basi. Approfittavo del tempo in falegnameria per dedicarmi alla mia vera passione, le chitarre. Fino al Duemila sono stato un falegname, non credevo che avrei potuto fare di una passione un mestiere. Poi ho capito, grazie all’incoraggiamento di mia moglie, che volevo costruire chitarre. E’ stata lei a iscrivermi ai primi concorsi. Ho imparato alcune cose da un anziano liutaio, Francesco Abramo, poi sono andato avanti come autodidatta. Mi è sempre piaciuta la musica blues e jazz e volevo emulare le chitarre dei miei miti». Da lui lui sono stati musicisti del calibro di Roland Dyens, Angelo Gilardino, Angelo Marchese, Alberto Mesirca, Lorenzo Micheli, Rocco Peruggini, Cristiano Porqueddu, Philippe Villa, Sergio Fabian Lavia. E’ arrivato in Lunigiana per caso e vive a Villafranca da una decina d’anni. «Quello del liutaio - dice - è un mestiere che vive ancora, si è alzato il livello qualità, adesso esistono tanti libri sulla liuteria, per me è stato faticoso raggiungere un buon livello. Non ho mai emulato le chitarre dei grandi liutai e questa è stata la mia fortuna. I musicisti che mi cercano lo fanno perché amano il tipo di suono che esce dai miei strumenti. Quando mi chiamano hanno già un’idea, dopo ci si dedica all’aspetto acustico, funzionale e a quelli legati al repertorio che propongono. Quanto mi serve per realizzare una chitarra? Almeno un mese, perché io realizzo tutto a mano".

Un lavoro impegnativo, se si pensa che in fabbrica si produce una chitarra in dodici ore. C’è molto di lui in ogni singolo strumento, ne parla con estrema cura e dettaglio. Massima cura prestata alla scelta dei materiali, che devono essere in armonia con il musicista stesso. "Fondo e fasce sono in palissandro dell’India o del Brasile, più difficile da reperire - chiude - la tavola invece è di abete rosso italiano, che rende il suono mediterraneo. Per prima cosa, appena mi chiedono una chitarra, cerco tra le mie tavole armoniche: ne ho oltre 200, provengono da tutto il mondo. Non si può spiegare la scelta, è come se in quella tavola ci fosse scritto il nome del musicista, lo puoi sentire al semplice tocco delle mani".