Liste d’attesa e possibilità di rimborso delle prestazioni private

L'associazione 'In-Carrara' denuncia lunghi tempi d'attesa nella sanità pubblica, spingendo i cittadini a rivolgersi al privato. Si chiede un rimborso spese per visite non tempestive e si evidenzia la carenza di medici di famiglia come causa principale. Si invoca il rispetto della normativa vigente per garantire i diritti dei pazienti.

Liste d’attesa e possibilità di rimborso delle prestazioni private

Liste d’attesa e possibilità di rimborso delle prestazioni private

"Da troppi anni chi si affida alle strutture sanitarie pubbliche per prenotare viste mediche o esami deve attendere tempi biblici". Lo scrive Cesare Micheloni dell’associazione ‘In-Carrara’ sul sempre più frequente ricorso alla sanità privata. Per questo Micheloni suggerisce di chiedere un rimborso spese per ogni visita o esame fatto da un privato. "Una situazione inaccettabile anche perché i cittadini hanno già pagato le tasse – scrive Micheloni –, pertanto l’erogazione dei servizi spetta loro di diritto senza esborsi aggiuntivi. Infinite liste di attesa obbligano i cittadini a dover differire diagnosi ed interventi chirurgici. Così molti di essi sono costretti a rivolgersi a strutture private, a volte obtorto collo devono anche indebitarsi per potersi curare. Tra i fattori che hanno portato la situazione fuori controllo, la Regione sostiene che ci sarebbero i nuovi medici di famiglia che non conoscono bene i loro pazienti – prosegue Micheloni – e allora visto che nella sola Asl Toscana Nord Ovest mancano 176 medici di famiglia, di cui ben 34 nella nostra provincia (25 sulla costa e 9 in Lunigiana), mi chiedo ma di quanto saliranno le prescrizioni quando la carenza di medici sarà sanata?". "Esiste una legge che impone allo Stato di rimborsare il cittadino che abbia dovuto rivolgersi all’attività libero professionale – conclude Micheloni –, quando quella pubblica non fosse stata in grado di soddisfare le sue esigenze entro i tempi previsti. È il decreto legge del 29 aprile 1998 numero 124 che regolamenta le liste d’attesa e precisa che le Regioni, insieme alle Asl locali e agli ospedali, devono stabilire i tempi che intercorrono tra la richiesta della prestazione e la sua esecuzione. Se questa norma fosse divulgata (anziché ostacolata) si otterrebbe il rispetto del diritto dei pazienti, in particolare di quelli più deboli, e forse il nostro sistema sanitario diventerebbe, inaspettatamente, efficiente".