L’esperto: "Quel ’downburst’ devastante Evento critico, peggio di una tromba d’aria"

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"L’evento meteorologico a Marina di Carrara non ha nulla a che vedere con una tromba d’aria, piuttosto il fenomeno in oggetto prende il nome di “downburst”". Giovanni Cucurnia (nella foto) è esperto in materia, ha lavorato per diversi mesi come meteorologo nell’azienda 3B Meteo e ora collabora volontariamente come previsore meteo con l’associazione MeteoApuane.

"Tale fenomeno, semplificando molto, comporta l’attivazione di violentissime raffiche di vento causate della grande quantità di aria fredda discendente presente all’interno di un sistema temporalesco e che, in repentina caduta, arriva con estrema violenza a impattare con il suolo (si parla di ’downdraft’). Ciò causa un vero e proprio “schianto” – prosegue Cucurnia, assegnista di ricerca in ambito geografico all’università di Macerata – con conseguenti raffiche discendenti e successivamente orizzontali, spesso nella stessa direzione di movimento del fronte temporalesco, attivatesi in seguito al rimbalzo della stessa massa d’aria per effetto dello schianto verso terra. Non a caso il termine Downburst significa letteralmente “scoppio”". I fenomeni atmosferici sono un mondo enorme e con la relativa terminologia siamo e saremo sempre più costretti a fare i conti. "I primi 10-15 minuti sono i peggiori – spiega ancora – in seguito arriva la pioggia intensa. Fenomeni come il downburst rientrano tra le conseguenze compatibili con i cambiamenti climatici. La siccità, dal canto suo, va a causare un’anomalia delle acque nel Mediterraneo. Ulteriori anticicloni di caldo sopra la media certamente sono fattori negativi. Parlare di anomalie termiche nell’acqua di mare vuol dire fare riferimento alla sua temperatura e al fatto che essa fornisce energia in caso di arrivo del maltempo".

"Questo fenomeno è solito provocare numerosi e ingenti danni, tra cui alberi divelti e tetti completamente scoperchiati, in un area più estesa rispetto a una tromba d’aria, fenomeno anch’esso estremamente violento ma sicuramente più limitato come estensione e dimensione dei danni causati", chiude Cucurnia.

Irene Carlotta Cicora