
L’eclettismo di Sigfrido Bartolini. Il Mug2 accende le luci sull’artista
Fra i personaggi che hanno percorso il Novecento (e la prima decade degli anni Duemila), l’eclettismo di Sigfrido Bartolini rappresenta uno degli esempi più lucidi e interessanti nel panorama intellettuale, artistico e letterario, che dalla Toscana si è presto propagato a tutto il mondo (sue opere sono a Vienna, come in Francia, Germania, Grecia e altri paesi) e in Versilia aveva un punto di riferimento. Da stasera al Mug 2 di via Alberica 26 la grafica e la pittura di Bartolini saranno in mostra grazie alla curatela di Clara Mallegni, direttrice del museo, e di Simonetta, la figlia dell’artista pistoiese (1932-2007), docente universitaria, giornalista, saggista, storica che negli ultimi anni ha ripreso sul web la rivista cartacea ‘Totalità’ creata dal padre nel 1966.
La mostra (fino al 10 agosto, venerdì, sabato e domenica, ore 21-23) è composta da circa quaranta opere imperniate soprattutto su natura e paesaggistica versiliese e presenta, molto particolari e stimate, parte delle xilogafie che hanno accompagnato l’apprezzatissima versione del “Pinocchio” edito nel 1983, un vero e proprio monumento dei “libri d’artista” finito al Moma di New York nel 1991. Cresciuto nella feconda “accademia” del Quarto Platano di Forte dei Marmi accanto al maestro Ardengo Soffici, nelle sue opere Bartolini ha sempre esposto un proprio punto di vista coerente così come nei suoi scritti giornalistici ed editoriali. Dal “Trionfo della morte”, 150 monotipi realizzati fra 1947 e 1956, alle “14 Vetrate” della chiesa dell’Immacolata Concezione di Pistoia (2006) passando per il Vangelo illustrato per il Giubileo del 2000, Sigfrido non ha mai smesso di comporre e scrivere articoli, saggi, racconti e poesie molti arricchiti dalla sua grafica. Attorno aveva figure importanti come Carrà, Sironi, Guidi, Del Noce, Sermonti, Berto e altri intellettuali che hanno fatto la storia, lui che non desisteva dal denunciare le cose poco chiare nella società e nell’arte.
Una sua inchiesta sul Borghese del 1969 ebbe l’approvazione di Giuseppe Prezzolini: “Caro Bartolini, mi pare abbia fatto molto bene a denunciar quei fatti della vita artistica-commerciale italiana. È stata un’inchiesta modello per un giornalista. Bisogna riconoscere che la smania di guadagno ha fatto marcire tutte le classi italiane, anche quelle che si aspettava meno, anche gli artisti” con quel coraggio di scrivere “quello che altri non scriverebbero”, come disse Vittorio Sgarbi. Adesso la Versilia e Pinocchio sono i fili conduttori della mostra al Mug2, uno degli eventi da non perdere nell’estate culturale massese.