REDAZIONE MASSA CARRARA

Le donne Dem contro La Russa "Si dimetta"

"Ignazio La Russa si deve dimettere". Netta presa di posizione delle Donne democratiche di Massa-Carrara a seguito delle recenti dichiarazioni del Presidente del Senato in merito all’attentato di Via Rasella del 1944 nel quale un gruppo di partigiani attaccò un reparto di occupazione tedesco. Un episodio in cui, secondo La Russa, furono però colpiti alcuni elementi di una banda musicale altoatesina. Affermazioni che hanno subito scatenato numerose reazioni del mondo politico nazionale e degli accademici, con la richiesta del Pd di immediate dimissioni di La Russa dalla seconda carica dello Stato. Un appello a cui si sono aggiunte nelle ultime ore anche le Donne democratiche di Massa-Carrara.

"Il presidente del Senato, seconda carica dello Stato, il senatore Ignazio Benito La Russa – spiega Claudia Giuliani, portavoce delle Donne democratiche Massa-Carrara - ha usato parole inaccettabili per denigrare i partigiani e sminuire le responsabilità dei fascisti e dei nazisti nella Strage delle Fosse Ardeatine. Le stesse responsabilità che i fascisti e i nazisti hanno per le strage di civili innocenti compiute nella nostra città dalle Fosse del Frigido a Forno". "E’ evidente il tentativo del Senatore Ignazio Benito La Russa di proporre una lettura della nostra storia bugiarda e fuorviante – prosegue la portavoce - al fine di nascondere le responsabilità che i fascisti italiani hanno avuto nell’oppressione di tante donne e uomini innocenti la cui unica responsabilità era stata opporsi alla dittatura fascista e all’oppressione nazista. Con la sua stessa presenza alla Presidenza del Senato della Repubblica Italiana nata dalla lotta di liberazione antifascista, il senatore Ignazio Benito La Russa non rende onore a chi ha dato la vita per abbattere la dittatura fascista, per sconfiggere l’occupazione nazista e per costruire una democrazia fondata su principi di libertà e giustizia. Per questa ragione il Senatore Ignazio Benito La Russa si deve dimettere dalla Presidenza del Senato della Repubblica – conclude - e restituire la Seconda carica istituzionale della nostra Repubblica a chi crede veramente nella nostra Costituzione democratica e antifascista".