
Le antiche ’tratte’ e i moderni diritti negati Quando il viaggio si trasforma in una fuga
Non sempre i viaggiatori sono partiti per propria volontà, infatti nel 1503 iniziò la tratta atlantica degli schiavi africani. Gli schiavi erano venduti ai mercanti dell’Europa occidentale e deportati da questi ultimi soprattutto nel continente americano. L’apporto lavorativo degli schiavi permise lo sviluppo di un’economia di piantagione incentrata su differenti monocolture (come la canna da zucchero, il tabacco, il caffè, il cacao e infine il cotone) in Brasile, nei Caraibi e nel Sud degli attuali Stati Uniti. Gli schiavi venivano ripresi e duramente puniti, marchiati, mutilati o anche uccisi in modo da scoraggiarne la fuga. Le condizioni di vita inumane provocarono anche alcuni tentativi di rivolta.
Ancora oggi sono diverse le forme di schiavitù moderne: tante persone scappano dai loro paesi in cerca di una vita migliore, fanno lunghissimi viaggi ma molte volte vengono accolti in campi profughi come, per esempio, in Libia in cui vengono sottoposti a ogni genere di abusi, torture, stupri e lavori forzati. Anche in Italia molti migranti sono sfruttati per lavorare irregolarmente e senza un giusto stipendio, questo avviene specie nel settore agricolo. È il fenomeno noto col nome di caporalato.
(il disegno si intitola ’Occhi dietro le sbarre’)