Latitante estradato dalla Svizzera Truffa e bancarotta fraudolenta Imprenditore finisce in manette

Sulla testa del 62enne pendeva una condanna complessiva di 17 anni, 9 mesi e 15 giorni. Per fuggire alla giustizia si era rifugiato inizialmente in Brasile, poi era tornato in Europa.

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Latitante estradato dalla Svizzera Truffa e bancarotta fraudolenta Imprenditore finisce in manette

Dal Brasile si era trasferito in Svizzera per evitare una condanna a 17 anni, 9 mesi e 15 giorni di carcere per vari reati tra cui estorsione, truffa e bancarotta fraudolenta. Ma la latitanza di Flavio Lazzini, imprenditore 62enne di Carrara è finita ieri con l’estradizione eseguita dalla polizia di frontiera di Ponte Chiasso. L’uomo per sfuggire alla giustizia si era prima rifugiato in Brasile, ma poi probabilmente allarmato da qualche sentinella che lo teneva costantemente aggiornato aveva deciso di proseguire la sua latitanza in Svizzera.

Per lui invece si sono spalancate le porte della casa di reclusione Opera di Milano. Era il marzo 2020 quando il Tribunale di Massa l’aveva condannato a scontare la pena residua di 17 anni, mesi 9 e giorni 15 di reclusione per estorsione, truffa conseguita percependo erogazioni pubbliche e dichiarando la bancarotta fraudolenta. A seguito del provvedimento nei confronti dell’imprenditore Lazzini, i finanzieri del Nucleo di polizia economico e finanziaria di Massa Carrara si erano mossi per arrestarlo, ma senza nessun esito.

L’imprenditore, dopo la condanna, aveva pensato bene di far perdere le sue tracce ed era volato oltre oceano, provando a rifarsi una vita in Brasile, come riscontrato dagli accertamenti degli uomini della guardia finanza, precisamente nella città di Fortaleza, dove Lazzini aveva aperto un’impresa chiamata ‘Flavio Lazzini Construcoes’.

Proprio per questo la Procura della Repubblica di Massa aveva avviato le procedure per chiedere al ministero della Giustizia di attivare le procedure di cooperazione internazionale del ministero dell’Interno per chiedere l’arresto e la relativa estradizione del fuggitivo.

Ulteriori indagini investigative andate avanti in questi mesi hanno permesso di accertare che l’imprenditore carrarese si era trasferito dal Brasile fino a ’pochi’ passi da casa, ovvero in Svizzera, nella città di Cressier nel distretto di Nauchatel, dove è stato arrestato il 20 dicembre scorso.

Come detto Lazzini dovrà scontare ora una pena di oltre 17 anni che cumulano le condanne disposte con cinque sentenze emesse dai Tribunali di Massa, Pisa, Spezia e Milano, confermate, oppure in parte riformate, dai successivi gradi di giudizio. In particolare, i provvedimenti emessi dal Tribunale di Massa sono da ricondurre a due distinte indagini della guardia di finanza: una risalente al 2009 e un’altra del 2016.

Le fiamme gialle avevano riscontrato che Lazzini si era macchiato dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita. In un caso venne anche accertato che il Lazzini in qualità di amministratore della ‘Impianti generali edilizi servizi Srl’ (dichiarata fallita dal Tribunale di Massa nel lontano 2007), aveva ricevuto indebitamente un contributo europeo per un importo pari a oltre 809mila euro, simulando la volontà di ampliare e sviluppare l’azienda attraverso l’acquisto e la ristrutturazione di un capannone industriale a Carrara.

Ma una volta ottenuto il contributo l’imprenditore si era intascato 741mila euro, sottraendo il denaro dalle casse della società e depositandolo sul conto corrente personale. Ma c’è di più: Lazzini era riuscito ad appropriarsi di quattro auto sottraendole alla società fallimentare.

Per quanto riguarda i reati di truffa e appropriazione indebita, Lazzini a fronte di lavori edili eseguiti dalla ‘Evoluzione Srl’ di cui era stato amministratore, aveva emesso fatture per oltre 89mila euro intestate all’omonima ditta individuale, in realtà inesistente, utilizzando la partita Iva della stessa società e facendosi accreditare la somma sul conto corrente personale. E anche in questo caso si era appropriato indebitamente di un’autovettura di cui la ‘Evoluzione Srl’ era locataria.

Questa attività conferma l’impegno della guardia di finanza nel contrasto alla criminalità economico-finanziaria, anche attraverso la cooperazione con gli organi collaterali esteri, in stretta sinergia con l’Autorità giudiziaria.