REDAZIONE MASSA CARRARA

L’arte dei ’piccapietre’. Scalpellini all’opera per restaurare i piagnoni

Pontremoli, il lastricato rovinato dall’usura del tempo viene sostituito. La storia di un lavoro da maestri che è un’arte tramandata nei secoli.

L’arte dei ’piccapietre’. Scalpellini all’opera per restaurare i piagnoni

Le pietre del lastricato della Piazza di Sotto, oggi della Repubblica, vengono prese a martellate. A farlo sono i piccapietre di Pieve San Lorenzo, in Comune di Minucciano, chiamati a restaurare il lastricato a macchia di leopardo, sciupato dai secoli proprio davanti all’ingresso del municipio. Sono i fratelli Davide e Roberto Menchi, aiutati dal figlio di quest’ultimo Lorenzo, che già nei primi anni Novanta rifecero il lastricato storico della piazza verso il palazzo dell’ex Tribunale.

Ora gli eredi degli scalpellini sono al lavoro per sostituire i “piagnoni“ consunti. Oggi non si usano più gli antichi attrezzi: scalpello, mazzuolo, martellina e bocciarda. Per tagliare le pietre si usa la troncatrice col disco diamantato, che in pochissimo tempo trova la giusta misura per ogni pezzo. La lavorazione della pietra arenaria fa parte dei mestieri ampiamente praticati in Lunigiana nella storia. Oggi sono rimasti in pochi a possedere quell’antica perizia. "Ho iniziato a lavorare nella seconda metà degli anni Ottanta - racconta Davide, che ha 57 anni - ma mio padre Battista faceva già questo lavoro e anche il nonno Roberto era scalpellino. Lui aveva un mulino e costruiva macine, conche, portali anche le porte di imbocco delle gallerie ferroviarie. Ma la nostra ditta non rimette a posto solo il lastricato storico di vie e piazze, svolgiamo anche lavori edilizi normali in cemento armato". Un tempo i ’piagnoni’ venivano affogati nella terra, quando il via vai era solo pedonale. Oggi con il traffico veicolare occorre usare il cemento che li blocca per secoli. "Per estrarre i piagnoni dal lastricato - aggiunge Davide - è necessaria un’attività laboriosa, occorre fare un taglio con la tranciatrice col disco diamantato per allentare la presa. Oggi c’è una metodologia di posa diversa rispetto al passato. Speriamo di riuscire a rispettare i tempi stabiliti, la problematica maggiore è trovare le pietre vecchie che devono essere uguali a quelle del contesto. Qualche partita la acquistiamo da privati altre le mettiamo da parte durante l’attività". Il fratello Roberto, 61 anni, è il ’geometra’, controlla minuziosamente i livelli e stabilisce i tagli. In questi giorni hanno posato il re dei ’piagnoni’, una pietra lunga un metro, alta 40 centimetri e larga 35, del peso di 2 quintali nel tratto davanti all’ingresso del Comune. Lorenzo, il ’bocia’ ascolta padre e zio: sono lezioni da non perdere. Il Comune di Pontremoli per quest’opera ha acceso un mutuo da 200mila euro, soldi che serviranno per intervenire anche sulla strada di uscita dalla piazza.

Natalino Benacci