
L’antico rito della processione Festa per la Madonna del Popolo
Con la tradizionale processione è stata celebrata domenica la festa della Madonna del Popolo, un evento religioso legato alla storia della città che sottolinea i valori della tradizione cattolica legata al culto della vergine e al voto della comunità del 1622 per sconfiggere la pestilenza con la speranza della fede. Le messe nella cattedrale sono state officiate alle 8 e alle 9.30. Il consiglio comunale dell’epoca deliberò infatti "di festeggiare in perpetuo tutte le feste della Madonna e ogni anno di fare la festa della visitazione della Madonna nella chiesa di S. Maria posta nella piazza di sopra con la celebrazione di 15 messe e una cantata solennemente e l’offerta di 12 libbre di cera bianca".
Ancora sotto lo scacco dell’epidemia il 7 luglio 1630 il Consiglio Generale fece voto di erigere un "tempio a honore della gloriosissima Vergine nel luogo dove è la chiesa di Santa Maria di Piazza sotto il titolo di Madonna del Popolo". Alle 10.30 il solenne pontificale nel Duomo, presieduto dal vescovo di Tortona Guido Marini alla presenza del vescovo diocesano Mario Vaccari con grande partecipazione dei fedeli. La delegazione del Comune pontremolese, guidata dal sindaco Jacopo Ferri come vuole la tradizione, ha consegnato nelle mani del vescovo celebrante l’offerta di 12 libbre di cera bianca in ricordo del voto. Era presente anche la Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella. Lo scorso anno nel quarto centenario del voto il consiglio comunale ha rinnovato la promessa già reiterata nel tempo dall’assemblea il 14 giugno 1922 e il 27 giugno 1997. Per l’occasione la statua della Madonna nera, un capolavoro artistico databile attorno al 1250, è stata calata dalla nicchia del presbiterio sopra l’altare maggiore dove è stata ammirata e preparata per essere portata in processione.
Nel Novecento la statua è uscita dalla Cattedrale nel 1922 in memoria del terzo centenario del voto (col vescovo Angelo Fiorini c’erano anche il cardinal Pietro Maffi, e il vescovo cappuccino di Comacchio monsignor Menegazzi), nel 1937 per il Congresso Eucaristico Mariano indetto dal vescovo Giovanni Sismondo, nel 1948 per la protezione durante il conflitto mondiale, nel 1987 per ricordare i trecento anni della costruzione del Duomo e nel 2000 per il passaggio del Millennio.
Natalino Benacci