PATRIK PUCCIARELLI
Cronaca

L’anarchico Vatteroni ai domiciliari. Starà in casa con il braccialetto

Si applicherà così la misura del riesame e il libertario potrà lasciare il carcere di alta sorveglianza di Alessandria

L’anarchico Vatteroni ai domiciliari. Starà in casa con il braccialetto
L’anarchico Vatteroni ai domiciliari. Starà in casa con il braccialetto

E’ arrivato il braccialetto elettronico per l’anarchico Gino Vatteroni. Torna a casa dopo più di un mese nel carcere di alta sorveglianza di Alessandria. Finisce la permanenza nella casa circondariale piemontese dove il 56enne originario di Modena, ma residente a Marina, era entrato il 9 ottobre. E’ ricorso in appello l’avvocato George Botti, legale di Vatteroni, dove è stata ribaltata la decisione del giudice, che dispose il carcere a causa di contatti con l’esterno durante i domiciliari. Ma dopo l’entusiasmo iniziale il 2 novembre la notizia della mancanza dei braccialetti elettronici aveva bloccato il trasferimento a casa. Infine ieri è tornato alla sua abitazione nel regime dei domiciliari rafforzati con gli operatori della Digos della Questura di Massa Carrara che insieme al tecnico della compagnia telefonica hanno installato il braccialetto.

Lo storico, finito nell’inchiesta della Dda di Genova per le pubblicazioni sulla rivista Bezmotivny, era passato dai domiciliari alla casa circondariale di Massa, il 4 ottobre con un provvedimento firmato dal gip Nicoletta Guerrero del tribunale di Genova, per poi essere trasferito al carcere piemontese di alta sorveglianza pochi giorni dopo. Motivo dell’aggravamento: aveva avuto contatti con terzi, violando così le prescrizioni dei domiciliari. Secondo l’ordinanza di aggravamento delle misure cautelari Vatteroni avrebbe incontrato l’ex esponente delle Brigate Rosse, il 66enne Paolo Neri, oggi libero cittadino. Torna quindi ai domiciliari il 56enne, dopo un mese di carcere, ma il pm potrà presentare ricorso in Cassazione per impugnare la sentenza e chiedere una riesamina. Sull’altro fronte prosegue l’inchiesta ‘Scripta Scelera’, dove l’8 agosto nove anarchici - compreso Vatteroni - furono arrestati con l’accusa di associazione sovversiva finalizzata al terrorismo. Decisione poi ribaltata dal Riesame dove i giudici hanno confermato soltanto i reati di istigazione e apologia aggravata dall’eversione. Ma il pm titolare dell’inchiesta, Federico Manotti, ha chiesto che la Suprema Corte ripristini anche il reato più grave appunto il 270-bis. Proprio il pm aveva descritto la rivista Bezmotivny-Senza Motivo "istigatoria e apologetica", "inneggiando all’uso della violenza per sovvertire lo stato". Nel mirino il periodico di cui i nove erano ideatori, redattori e diffusori. Le misure cautelari risalgono all’8 agosto e i nove sono accomunati dalla frequentazione del circolo Gogliardo Fiaschi di via Ulivi.