Francesco Scolaro
Cronaca

Un lago sulle Apuane mette a rischio la cava

La scoperta di una nuova area umida può far saltare la riapertura del bacino di Puntello-Bore. "C’è un’alga antica da preservare"

La nuova area umida scoperta sulle apuane

Massa, 1 febbraio 2020 -  Nello spazio vuoto lasciato dal marmo estratto in una cava dismessa, si accumula acqua che forma un laghetto e si riempie di nuova vita. Una scoperta avvenuta nelle ultime settimane sulle Alpi Apuane e che potrebbe mettere in forse persino una delle sette riaperture di cave al momento previste nella prima bozza dei Piani attuativi dei bacini estrattivi elaborata dal Centro di GeoTecnologie dell’Università di Siena per conto del Comune di Massa. Stiamo parlando della Puntello-Bore, sito estrattivo dismesso ma potenzialmente riattivabile secondo le prime indiscrezioni uscite sui Pabe di Massa. Previsione che rischia di scontrarsi con una rinaturalizzazione del sito che è proceduta spedita nel tempo. E’ un po’ quello che è accaduto con Cava Valsora e il famoso ‘laghetto dei tritoni’ (dove sarebbe dovuta sorgere addirittura un’oasi di tutela).  

Puntello-Bore si trova alla quota di circa 700 metri sul livello del mare, nel Canale di Cerignano, e al suo interno si è formato uno specchio d’acqua che già a partire dall’inverno del 2018 aveva destato l’interesse dei botanici. "Nel corso di vari sopralluoghi – spiega il Parco in una nota – tra il 2018 e l’inizio del 2020, è stata verificata la presenza di un consistente popolamento di Chara, un genere di alga molto antico (esisteva 500 milioni di anni fa), ma soprattutto habitat di interesse comunitario (‘acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.’, codice 3140) che va ad aggiungersi agli altri facenti parte della Rete Natura 2000". Sito che ha bisogno di tutela e ben poco si presta ad attività industriali estrattive. "In Italia l’habitat si ritiene molto diffuso, anche se al momento poco segnalato – prosegue il Parco – e il suo ritrovamento in Apuane andrà a contribuire alla realizzazione di una cartografia, su scala nazionale, volta a dare informazioni sulla distribuzione di questi biotopi di particolare valore per le caratteristiche della vegetazione a Caroficee insediata. La scoperta di questo nuovo habitat di interesse comunitario, infine, rimarca l’importanza che assumono oggi i progetti di monitoraggio attualmente in corso nel Parco delle Alpi Apuane".  

E’ infatti in corso un progetto di monitoraggio quadriennale, fino al 2022, che ha il compito di inquadrare habitat, ecosistemi e delineare le migliori misure di conservazione degli stessi all’interno dell’area Parco. Insomma, Apuane vive dove si possono sviluppare addirittura "ecosistemi potenzialmente destinati a diventare sempre più complessi e strutturati, che potranno contribuire a incrementare ulteriormente l’ingente patrimonio naturalistico che già può vantare il Parco Regionale delle Alpi Apuane". E’ infatti su queste montagne, come evidenzia il Parco, che si trova circa un terzo delle oltre 6mila specie vegetali della flora italiana, con numerose specie endemiche, relitte e e al limite dell’areale di distribuzione.

Francesco Scolaro

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