REDAZIONE MASSA CARRARA

La vita della pastora Angiolini conquista la giuria a Los Angeles

Un documentario sulle “signore degli agnelli” di Zeri, donne-pastore che hanno trovato nell’allevamento una ragione di vita e di lavoro, è stato premiato a Los Angeles con l’ “Outstanding achievement award” nella sessione di giugno dell’Indie short fest. Il regista è Emilio Pallavicini, 23enne fiorentino laureato alla University of the arts of London, che debutta con un’opera nata da un racconto scritto da Dante Matelli sulle pastore zerasche, in particolare su Cinzia Angiolini (nella foto). Per una settimana ha seguito il lavoro dell’allevatrice, che guida anche da molti anni il Consorzio per la valorizzazione della pecora zerasca: una vita fatta di sacrifici, fatica, ma anche grande passione per la propria terra. In un cortometraggio di 25 minuti dal titolo “La signora di Zeri” concentra una giornata d’alpeggio. Un impegno solitario, senza aiuti, anche se poi le soddisfazioni sono impagabili. Grazie al suo lavoro l’agnello di Zeri è diventato un presidio Slowfood: una carne pregiatissima nella ristorazione che è anche il simbolo delle valli zerasche. Ma dietro c’è anche un intenso lavoro di promozione di eventi etnici per fare conoscere un antico crocevia montano dove i lupi sono ancora in agguato. Un incubo per le pastore. E’ questo il cruccio più grande di Cinzia Angiolini, 50enne, che in gioventù ha dovuto lasciare il lavoro di restauratrice perché i solventi insidiavano la sua salute. Nelle Valli di Zeri ha deciso di proseguire il lavoro del padre con le pecore di razza autoctona che hanno un valore segreto nel latte, nella carne degli agnelli e nel formaggio. Secondo gli esperti dipende dalla bontà dei pascoli. La “zerasca” infatti vive sempre all’aperto, è rustica e frugale e produce un tipo di latte ricco di proteine, molto più delle altre razze. Quest’ ultimo baluardo di un mestiere antico è piaciuto agli americani che hanno premiato il documentario di Emilio Pallavicino.

N.B.