
La Via Vandelli candidata a diventare uno dei ‘Luoghi del cuore’ del Fai, in occasione dell’avvio dell’undicesima edizione della campagna nazionale per i luoghi italiani da non dimenticare, promossa dal Fai in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Un’iniziativa promossa e lanciata dal comitato ‘Amici della via Vandelli’ fondata da Giulio Ferrari nel 2017, con l’obiettivo di svolgere attività di riscoperta e di promozione della via stessa, definita ‘la madre di tutte le strade moderne’ e che sta già ricevendo tante adesioni. A oggi ha già ricevuto sostegno dalla delegazione FAI di Modena, Lucca e Massa e delle sezioni Cai di Modena, Massa, Pavullo nel Frignano, Sassuolo, Carpi, e Castelnuovo di Garfagnana, che coinvolgono territorialmente l’intero percorso del cammino. I risultati già si vedono: non è la prima volta che si prova a far entrare la Vandelli fra i Luoghi del cuore ma nei precedenti censimenti aveva ottenuto al massimo 57 voti al 706° posto. Era il 2014. I tempi sono cambiati e forse sono maturi: la pandemia ha fatto riscoprire la Vandelli, i social e soprattutto il gruppo formato da Giulio Ferrari la stanno promuovendo come non mai. Migliaia di persone che ogni anno affrontano quei tornanti lungo le montagne per arrivare sulla vetta delle Apuane e da qui al mare con panorami mozzafiato. E infatti già ora la Vandelli ha già ricevuto quasi mille voti e si trova al 14° posto della classifica. Un’occasione unica per valorizzare un pezzo della storia apuana e italiana. La Via Vandelli è l’ultima delle strade antiche e la prima delle strade moderne. Voluta dal duca Francesco III d’Este per collegare la sua capitale Modena con Massa e il mar Tirreno. Realizzata nel 1739 da Domenico Vandelli era la più avveniristica delle strade carrozzabili e paradigma della rivoluzione viaria settecentesca.
Serviva per il commercio delle merci dalla Pianura Padana al porto di Marina di Avenza. Collega il Palazzo ducale di Modena e il Palazzo ducale di Sassuolo con il Palazzo ducale Cybo-Malaspina di Massa toccando anche il Palazzo ducale di Pavullo nel Frignano e la Rocca ariostesca di Castelnuovo di Garfagnana. Percorrendola si possono osservare diverse ofioliti (Varana, Sasso Tignoso), fenomeni geologici come i vulcani di fango e un lago termale, e un’emergenza del tutto particolare di un ponte naturale in arenaria detto Ponte Ercole o Ponte del Diavolo. L’infrastruttura sicuramente più imponente è rappresentata dai 6 chilometri di tornanti costruiti su muro a secco che scendono dal Passo della Tambura verso Resceto a MAssa. Lungo il percorso sono ancora perfettamente conservati alcuni edifici voluti dal Vandelli stesso con la funzione di osterie, stazioni di posta e rifugi per i viaggiatori. Nel suo insieme si tratta dell’unico cammino che ripercorre esattamente il tracciato di una vera strada risalente all’Illuminismo. Lungo il percorso esistono ancora tratti originali con la lastricatura settecentesca a forte rischio di erosione e deturpazione. Questi tratti hanno bisogno di un intervento di ripristino e di tutela. Le infrastrutture dell’epoca (osterie, stazioni di posta, ricoveri), a oggi di proprietà privata, necessitano di adeguata cartellonistica per farne conoscere l’importanza storica.
Francesco Scolaro