EMMA TRAVERSI
Cronaca

La ‘teranga’ senegalese. Un’associazione per unire le donne e aiutarle a integrarsi

Una festa nella parrocchia di San Sebastiano organizzata dal gruppo nel segno di accoglienza e inclusione che sono nella cultura del paese. Una cinquantina di donne ora in cerca di una sede per ritrovarsi.

La ‘teranga’ senegalese. Un’associazione per unire le donne e aiutarle a integrarsi

La ‘teranga’ senegalese. Un’associazione per unire le donne e aiutarle a integrarsi

Il Senegal è conosciuto anche come il paese della teranga, che significa accoglienza, ospitalità. Questa forte componente culturale è alla base dell’Associazione delle Donne Senegalesi di Massa e Dintorni, fondata tre anni fa appena dopo la pandemia, nata dal grande bisogno di stare assieme dopo un duro periodo di isolamento, dal desiderio di preservare le proprie tradizioni e coniugarle con un percorso di integrazione nel territorio. L’Associazione, formata da una cinquantina di donne, sta cercando, passo dopo passo, di farsi conoscere nella realtà provinciale e di creare una rete capace di fornire alle socie aiuto reciproco, sostegno nell’integrazione e in generale preservare e far conoscere la cultura senegalese.

"Molte di noi fanno ritorno in Senegal solo una volta all’anno – spiega Isseu Beye, presidente dell’associazione – , il nostro desiderio è perciò quello di integrarci e creare un dialogo costante con la cultura che abbiamo incontrato in Italia. Per questo è stata fondata l’associazione, siamo solo all’inizio ed abbiamo molti progetti da realizzare". Purtroppo, manca ancora una sede in grado di ospitare più ampi numeri di persone e soprattutto eventi come quello organizzato lo scorso 8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna. Per ora le donne senegalesi si ritrovano in casa della presidente. Ma la festa aveva bisogno di spazi ampi. E’ stata un pomeriggio di incontro e allegria, con musica e cibo. "Siamo alla terza edizione – racconta Beye – ed ormai è un appuntamento consueto ed atteso. L’intento, che è anche lo scopo dell’associazione, è unire le persone nella gioia di stare insieme e di aprire allo scambio culturale, oltre a celebrare l’ospitalità, che è parte della nostra tradizione e ciò che sentiamo di aver ricevuto in questa regione e provincia, aspetto non scontato".

L’evento si è tenuto nelle sale della chiesa di San Sebastiano, in centro a Massa, è stato un momento di allegria, con musica e cibo rigorosamente condiviso. Infatti, "condividere cibo nella nostra tradizione è simbolo di solidarietà, specialmente il piatto tipico, il thiebou dieune, riso con pesce e verdure, un piatto unico completo che si prepara in famiglia e si mangia seduti in cerchio, creando unità fra i componenti" spiega la presidente. C’erano moltissime donne senegalesi e non solo, amiche, vicine di casa, compagne di lavoro, e tanti bambini e bambine che hanno reso la festa davvero gioiosa. Per l’occasione tutte le componenti dell’associazione hanno indossato abiti di sartoria in pizzo di sangallo rosa e bianco, simboli di femminilità e pace.

"Indossiamo sempre gli abiti tradizionali durante le giornate speciali per non dimenticare le nostre radici e per farle conoscere anche qui, dove ora abitiamo e lavoriamo. Inoltre, vestirsi allo stesso modo è simbolo di uguaglianza fra le persone. Quando si condivide, secondo la tradizione senegalese, si è benedetti. Ringraziamo la parrocchia e tutti i presenti –, aggiunge la presidente – . Questo evento di donne e per le donne ha mostrato la possibilità dell’unione".

Il più grande desiderio e progetto che vede impegnate le componenti dell’associazione è quello di istituire un centro pomeridiano per i bambini per aiutare loro e le loro madri con l’italiano, coadiuvare il lavoro delle maestre, oltre a prestare assistenza alle famiglie. "Si sta ancora cercando una sede idonea, ma davvero abbiamo la speranza di creare questo centro, sarebbe fondamentale per l’inclusione sociale, l’integrazione, un aiuto concreto alla comunità del Senegal e soprattutto alle donne" dice Isseu Beye. In cantiere abbiamo anche una manifestazione pubblica, sempre all’insegna dell’inclusione e dell’integrazione, in modo da promuovere una partecipazione più ampia e una conoscenza più diffusa della cultura senegalese. "È solo con la conoscenza che si combatte la diffidenza – conclude – : quando ci si conosce si può scoprire che alla fine siamo tutti uguali, ognuno con la propria storia, ma tutti uguali".