La sentenza Gal fa scintille Novoa: "Non mi dimetto"

Il sindaco di Mulazzo replica al consigliere Santi e ricorda la doppia assoluzione "Proprio perchè rispetto la legge, ritengo non ci siano ragioni per lasciare"

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Fa discutere la sentenza del Tribunale civile di Massa che ha condannato il sindaco Claudio Novoa (nella foto), al pagamento in solido col GAL e con gli altri due ex colleghi del GAL, Enrico Petriccioli e Giordano Manetta, 16.377,19 euro a titolo risarcitorio, oltre alle spese processuali e accessorie. Il risarcimento attiene a una vicenda di tentata concussione ai danni del progettista Maurizio Bardi incaricato 23 anni fa dall’ente e poi affiancato dai tre che gli avrebbero illegittimamente chiesto somme per la collaborazione, peraltro non chiesta né prevista. Subito c’è stata la levata di scudi del gruppo di minoranza formato da GiorgioSanti, Letizia Galanti e Sandro Fogola che chiede le dimissioni. Oggi Novoa si difende ricordando che la vicenda è stata oggetto di un lungo iter giudiziario approdato a tre gradi di giudizio con assoluzione sia dal tribunale di Massa, sia dalla Corte di appello di Genova. In entrambi i casi, i giudici non avevano ravvisato alcuna responsabilità penale. Le stesse vicende a fondamento della sentenza civile, erano state diversamente valutate dalla Cassazione, approdata a formula assolutoria per intervenuta prescrizione. Per Novoa è "la strumentalizzazione di una sentenza che ha previsto un minimo risarcimento a favore di Maurizio Bardi, a fronte di ben più alte richieste". Una sentenza, precisa Novoa, cheinteressa profili solo civilistici e risarcitori e che in nessun modo può essere ricondotta alle leggi che prevedono l’incompatibilità con le cariche elettive. Per Novoa "La vicenda processuale non è in alcun modo riconducibile a quelle che sono le ipotesi di ineleggibilità della mia carica. Non posso nascondere quanta amarezza provo per il fatto che persone che mi sono state vicine in questi ultimi anni, abbiano voluto strumentalizzare una sentenza civile pronunciata a conclusione di un percorso particolarmente sofferente per me e la mia famiglia, nonostante l’assoluzione definitiva in sede penale, al solo fine di ottenere una rivalsa politica contro il voto". Quando si arriva a questo punto secondo Novoa "non esiste più la politica ma è forse la mancanza di argomentazioni che spinge i detrattori ad agire in un modo che appare dettato da interessi personali più che collettivi". Poi il sindaco risponde no alla richiesta di dimissioni: "Nonostante gli attacchi e l’amarezza, proprio perché rispetto la legge ritengo che non ci siano ragioni perché io debba presentate le mie dimissioni".

Michela Carlotti