
di Claudio Laudanna
Lo sport come strumento per superare ogni barriera. Una definizione spesso abusata da diventare quasi una frase fatta. Non è però sicuramente questo il caso di M., una giovanissima schermitrice non vedente in forza al Club scherma apuano, che con la maschera calata sul volto e la spada stretta nelle mani giorno dopo giorno sta imparando a superare limiti e ostacoli che la vita le ha messo davanti. Si tratta di traguardi che valgono più di qualsiasi medaglia e che questa piccola campionessa riesce a tagliare uno dopo l’altro grazie alla dedizione dei suoi maestri e all’aiuto della tecnologia. In particolare da qualche tempo M. ha avuto la possibilità di allenarsi con un apparecchio elettronico appositamente studiato da Giancarlo Toran, un maestro di scherma di Busto Arsizio che da anni dedica tempo, risorse ed energie alla scherma per non vedenti. "Si tratta di un macchinario che funziona un po’ come i sensori di parcheggio delle automobili – spiega il maestro d’armi del Club scherma apuano Davide Lazzaroni -. In questo caso l’apparecchio si trova appoggiato sulla testa dell’atleta, all’interno della maschera e la guida con suoni più o meno intensi man mano che si avvicina al suo bersaglio. Aumentando o diminuendo la frequenza dei segnali gli schermidori non vedenti possono così tirare senza pedana speciale, né obbligo di trovare il ferro. Questo strumento è stato ideato e realizzato da Giancarlo Toran che è stato poi aiutato dal giovane ingegnere e programmatore Andrea Basilico che lo ha reso più performante perfezionandolo e trasferendolo su un microprocessore più potente, e infine miniaturizzandolo. Entrambi si sono impegnati a titolo gratuito nella realizzazione del progetto, per donare agli atleti non vedenti queste nuove potenzialità". "M. ha 11 anni e si allena con noi ormai da oltre quattro – racconta Isabella Panzera, istruttrice del Club scherma apuana -. In questo periodo, assieme a Francesco Madaffari, abbiamo affrontato con lei un percorso il più ampio possibile per fornirle diversi stimoli motori. Alla sua età, poi, si comincia l’attività agonistica e per lei questo significa confrontarsi su una pedana adattata contro suoi coetanei normovedenti che gareggiano bendati e che quindi hanno la possibilità di vivere un’esperienza diversa e apprendere importanti abilità. Grazie al sistema acustico l’atleta viene guidato dai suoni e così questo tipo di scherma viene equiparata a quella tradizionale".