"La Resistenza una vittoria di tutti". La provincia celebra la Liberazione

A Licciana Nardi la cerimonia con i sindaci, l’Anpi e Baruzzo, presidentessa dell’Istituto storico

"La Resistenza una vittoria di tutti". La provincia celebra la Liberazione

"La Resistenza una vittoria di tutti". La provincia celebra la Liberazione

"Pensare alla Resistenza come vicenda di parte è un grave errore storico". Lo ha detto Carola Baruzzo, dell’Istituto storico resistenza apuana. L’occasione è stata la cerimonia che si è tenuta ieri a Licciana Nardi, commemorazione provinciale della Liberazione, alla presenza delle autorità civili della provincia, il questore Santi Allegra e le alte cariche militari. "Quella della Resistenza – proseguiva il suo discorso – è stata una riscossione di popolo, non di uomini di parte o singole correnti di pensiero, ma di un popolo che ha voluto riconquistare la libertà oppressa. Ecco perché la Resistenza è stata un secondo Risorgimento italiano: perché fu il frutto di una lenta maturazione di coscienze agli ideali dí libertà individuale e di giustizia sociale; la ripresa di una strada faticosamente conquistata che portava a lottare per un mondo diverso e libero, la solida base della nostra unità nazionale".

"La Resistenza – prosegue – è stata pagina di storia nazionale, grazie al contributo di forze ideologicamente differenti da cattolici ai liberali, dai comunisti ai socialisti al Partito d’Azione uniti nell’ansia di ridare al Paese non solo la libertà politica ma nell’aspirazione ad una libertà sociale della quale la nostra Costituzione è testimone. Sullo sfondo della Resistenza vi era la costruzione di un nuovo ordine mondiale fondato sulla pace, sulla collaborazione e sull’eguaglianza dei popoli. Oggi chi relativizza l’importanza della Resistenza e promuove narrazioni edulcorate del fascismo riducendone la portata bellicista e totalitaria in qualche modo rende legittime ambigue simpatie per un’esperienza che invece è solo catastrofica, e che però riemerge nella cronaca e sfida la nostra democrazia".

"L’esperienza della Resistenza e la Liberazione furono la sconfitta di un ventennio di dittatura violenta, imperialista e razzista, che portarono a un passaggio istituzionale che cancellò la monarchia corresponsabile con il fascismo aprendo attraverso la Costituente ad una democrazia

con basi solide e lungimiranti, protagonista nella costruzione di un ‘Europa unita".

Poi il monito: "Ma questi cantieri non si chiudono mai, costantemente aperti per le generazioni future, dobbiamo lavorarci tutti con una manutenzione attenta e un impegno costante. Anche quella pace conquistata così a caro prezzo richiede una manutenzione attenta da parte di statisti, politici, uomini e donne, creando arsenali di idee e non solo di armi, costruendo trame di accordi e nuove regole per disinnescare le pulsioni aggressive".

La parola è poi passata al presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti: "Facciamo attenzione, i revisionismi storici ai quali stiamo vivendo sono ingiusti. Non c’è verità storica che va cancellata, oggi è la giornata giusta per ricordarlo. Il fascismo ha tolto la libertà agli italiani e impedito alle donne di votare. Ha accompagnato l’occupazione straniera dei nazisti, ha contribuito alle stragi. Era fascista Umberto Bertozzi della Xª Mas, che ha accompagnato nelle nostre case i nazisti".

"Quando sentirò –ha proseguito – da tutti raccontare queste cose, da ogni esponente di partito, ovvero riconoscere la verità, allora il 25 aprile sarà il compimento della nascita dell’Italia. Riconoscerle aiuta ad affrontare le guerre che sono nel mondo, i conflitti in Africa e altre crisi. Se riconosciamo con onestà intellettuale cosa era stato il fascismo, allora affronteremo meglio il tema della pace. Mi viene in mente la storia di Giorgio Pisanò e Vittorio Foa. Quest’ultimo disse al suo interlocutore: ’Sai qual è la differenza tra noi e voi? Quando avete vinto voi, ho passato la gioventù in galera, ora che abbiamo vinto noi, tu sei senatore della Repubblica italiana".