REDAZIONE MASSA CARRARA

La mostra Saba, lo scultore di immagini

L’esposizione degli scatti dell’artista e designer sardo, ma carrarino di formazione, alla Galleria Lattanzi fino a gennaio

L’esposizione degli scatti dell’artista e designer sardo, ma carrarino di formazione, alla Galleria Lattanzi fino a gennaio

L’esposizione degli scatti dell’artista e designer sardo, ma carrarino di formazione, alla Galleria Lattanzi fino a gennaio

La ricerca dell’essere umano nella dialettica con oggetti che racchiudono un valore sentimentale. E’ questa la cifra artistica del fotografo, scultore e designer Benvenuto Saba in mostra con ’Scultore di immagini’ fino a gennaio con i suoi scatti nelle sale espositive della Galleria Valeria Lattanzi. A renderlo unico è altresì la sua identità contesa tra la sua origine sarda e la sua formazione carrarese. La sua duplice essenza che lo porta alla ricerca continua di riconquistare la linfa vitale di una terra dove la natura e la cultura affondano le proprie radici in una tradizione millenaria e Carrara dove il marmo da sempre forma le mani dei suoi cavatori e dei suoi scultori. Lo dichiara la scelta singolare che spinge Saba a ricercare e lavorare i Trovanti, i grandi massi erratici che, formatisi oltre due miliardi di anni fa, sono stati staccati dai ghiacciai in alta quota e depositati nelle valli, pietre che l’artista scava e modella esaltandone le sue caratteristiche offrendo loro l’opportunità di sfruttarne la sua unicità sia morfologica, dettata dagli effetti esogeni, sia cromatica; o le ossidiane, le delicate pietre vulcaniche care alla tradizione sarda per la loro simbologia mistica, sia per la loro delicatezza fisica.

Se la ricerca delle pietre spinge però Saba verso una natura incontaminata, nei suoi scatti in mostra è l’essere umano il protagonista assoluto. È nella dialettica propria con cui l’oggetto ci racconta, attraverso la capacità che questo ha di catalizzare su di sé un valore sentimentale, che l’artista ricerca l’uomo, soprattutto dove questo risulta il grande assente. Ne è un esempio il su saudazzu (setaccio sardo) che appeso sul muro domina il tavolo, dove i chicchi di grano riportano il lettore verso la riscoperta di una memoria familiare, al tempo intimo della raccolta, al lavoro meticoloso e sapiente della pulitura delle sementi, mentre nella concretezza di un silenzio reale si amplifica nella mente dell’osservatore la presenza di mani, gli odori ed i sapori di un tempo in cui l’artista ci immerge e cattura nell’idioma sardo. Tutto senza mai perdere di vista la dimensione scultorea con cui Benvenuto Saba, attraverso la luce di un bianco e nero ci cattura nella bellezza di una poesia infinita, dove grazie all’assenza, per paradosso, ci parla di un’umanità quanto mai presente.

La mostra, all’interno della Galleria Lattanzi, è il proseguo di un viaggio che parte da Carrara, dove Benvenuto Saba si è formato, dove ha forgiato le sue mani e il suo occhio critico e dove torna per raccontare una nuova partenza. In questa città, infatti, ha conosciuto la professionalità di chi ha saputo sostenerlo, condurlo e perfezionarlo nel suo lessico espressivo. Dopo aver conquistato una propria identità nel panorama artistico contemporaneo, oggi Benvenuto Saba, torna a Carrara con questa mostra, per chiudere un cerchio ed aprire un nuovo viaggio dove la città del marmo ne sia ancora la sua Itaca. Fotografo, scultore, ma soprattutto designer, la sua attitudine per le arti figurative si manifesta sin dall’adolescenza. Nel 1976, si diploma all’Istituto d’A Benvenuto Saba nel 1983 si è diplomato in Scultura e Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Ha collaborato con designer come Bruno Munari, Enzo Mari, Angelo Mangiarotti, Roberto Sambonet, Marco Ferreri, mentre lavora, per alcune delle più importanti aziende italiane produttrici di arredi dal design moderno come Danese Milano, Alessi, Martinelli Luce, Ingo Maurer. I suoi lavori ricercano costantemente una doppia funzionalità, sono un felice compromesso tra la gradevolezza estetica tipica di un’opera d’arte e la praticità di un oggetto di uso quotidiano, e sono oggi esposti in importanti collezioni italiane e straniere.