
La mente supera i muscoli "Il bob? Iniziato per caso Ora punto alle Olimpiadi"
Allenare non solo i muscoli ma anche la mente per ottenere i massimi risultati. Ne è convinto l’atleta nazionale massese Fabio Batti, che ha recuperato la carriera dopo un grave infortunio grazie all’aiuto del mental coach Andrea Batti ed è pronto per le olimpiadi del 2026. Reduce dai mondiali, Fabio Batti, 27 anni, atleta nazionale della Fisi invernale, dall’atletica è passato al bob a quattro. "Mi ci sono trovato in mezzo. Mi stavo allenando per l’atletica leggera, salto in lungo, quando ho conosciuto una ragazza che praticava quel tipo di sport invernale e mi ha incuriosito. Lei mi invitò a provare. Poi ho avuto un momento di arresto a seguito di un infortunio. Un anno fa la ragazza mi ha chiamato, invitandomi a provare. Dopo le selezioni a Cortina sono entrato in nazionale di bob. Così, per caso. Quell’estate ogni mese andavo a fare selezioni ed è andato subito bene, come pronosticato, subito in nazionale invernale Fisi. Lo pratico da un anno e ho già partecipato ai mondiali a St. Moritz. Siamo arrivati 17 esimi su 40 bob di tutto il mondo e il record è mantenuto dall’egemonia tedesca". Fabio Batti fa parte dell’equipaggio che corre per la spinta: "Si corre e si sale sul bob a 40 chilometri all’ora. Poi serve l’abilità di chi guida accompagnato anche dall’equipaggio che meglio contribuisce se conosce la pista e accompagna durante la discesa. Dobbiamo essere forti nei primi 30 o 40 metri. Il bob prende velocità e corre a 130150 chilometri . Noi atleti dobbiamo mantenerci sui 100 chili per garantire un peso equilibrato per la velocità".
"I rischi? Il pericolo è che si può cappottare. A me è successo due volte. Il ghiaccio brucia come l’asfalto e si struscia a terra più o meno per un chilometro. L’allenamento deve essere costante , due volte al giorno fisso, poi ci sono le gare settimanali. Insomma, l’atleta deve essere pesante, veloce, esplosivo". Batti ha inciso sul percorso dello sportivo: "Quando siamo partiti insieme ho trovato subito beneficio. Mi ha sbloccato mentalmente dall’infortunio. Ero guarito, fisicamente, ma la chiusura ce l’avevo in testa, è mi ha sbloccato. Sono riuscito a portare i suoi insegnamenti in ogni gara. E ho tirato fuori adrenalina solo al momento necessario. Forza fisica sì ma l’80% del lavoro sta nella testa". Ne è più che convinto Andrea Batti, mental coach. "E’ stato utile velocizzare mentalmente il recupero dall’infortunio – spiega Andrea -, velocizzare la ripresa dell’atleta soprattutto nelle fasi di preparazione a mondiali o alle olimpiadi e tenere sempre il focus sugli obiettivi che si pone l’atleta. Importante per me è il raggiungimento della performance massimale dell’atleta. Tanti sono pronti fisicamente ma non con la testa. E’ determinante allenare non solo i muscoli ma anche la mente se si vogliono ottenere risultati".
Angela Maria Fruzzetti