
L’eccidio nazifascista di San Terenzo Monti spiegato agli studenti di terza media dell’istituto Malaspina attraverso il libro di Agnese Pini
L’eccidio di San Terenzo Monti, in Lunigiana, raccontato da Agnese Pini, direttrice di Qn, La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Giorno, nel suo libro “Un autunno d’agosto”, è stato al centro di un incontro con i settanta alunni delle classi di terza media dell’Istituto comprensivo Malaspina di Massa, promosso dalla professoressa Paola Biagioni per approfondire quanto appreso dai ragazzi durante la rappresentazione teatrale tratta dall’opera, andata in scena a fine gennaio al Teatro dei Servi. L’iniziativa si è svolta nell’aula magna della scuola,a Massa. Nei suoi saluti Carmen Menchini, dirigente scolastica dell’istituto, ha fra l’altro spiegato che "la direttrice è stata impossibilitata a partecipare per un sopraggiunto impegno concomitante in Vaticano". Da parte sua Marta Castagna, dirigente dell’Ufficio scolastico per Lucca e Massa Carrara, ha mandato i suoi saluti.
È stato il giornalista Alberto Sacchetti a illustrare i contenuti del libro che "racconta il brutale eccidio di 159 civili, fra cui donne, vecchi e bambini compiuto dai nazisti il 19 agosto 1944 col supporto dei fascisti, come rappresaglia per l’azione compiuta due giorni prima dai partigiani. Per ogni soldato tedesco morto uccidevano 10 civili. Si va oltre la guerra, oltre la criminalità e la disumanità. Si entra nel campo dell’orrore". Sacchetti ha illustrato quei terribili momenti descritti dalla scrittrice "con una prosa scorrevole ed evocativa, ricca di metafore e similitudini, che permette al lettore di vivere una vicenda dove la realtà supera di gran lunga la fantasia".
L’autrice ha raccontato le brutali uccisioni, come qualcuno sia riuscito a salvarsi, il suo legame con quel luogo dove ha vissuto ed è stata uccisa la sua bisnonna Palmira Ambrosini. Ha scritto che solo sessant’anni dopo sono stati riaperti i fascicoli relativi a quella strage. Ma alla fine nessuno ha pagato per quell’eccidio. Il libro è nato grazie all’incontro fra l’autrice e Roberto Oligeri, figlio di seconde nozze di Mario, l’oste di San Terenzo Monti che fu costretto a servire a tavola gli ufficiali nazisti mentre stavano dando l’ordine di sterminare la popolazione rastrellata, di uccidere, fra gli altri, sua moglie e i suoi cinque figli. La vicenda è stata inquadrata nel periodo della seconda guerra mondiale che ha visto partigiani e alleati combattere sulla Linea Gotica per la libertà e la democrazia. E ricordiamo che quella di San Terenzo Monti è solo una delle tanti stragi avvenute tra l’8 settembre ’43 e la Liberazione dell’aprile ’45. Solo in provincia ci sono state anche quelle di Mommio, Forno, Bagnone, Aulla, Castelpoggio, Guadine, Vinca, Massa, Tenerano, le Fosse del Frigido e Bergiola Foscalina. Oltre 850 le vittime civili.
Durante l’incontro sono state lette alcune pagine del libro da parte delle alunne Sabrina Gigli, Viola Manfredi, Maria Ginevra Vittore, Anna Tardelli e Delia Annamaria Moise. Erano presenti i docenti Paola Biagioni, Federico Guidotti, Maria Lucia Cancellara, Sabrina Lelli, Alessandra Fruzzetti, Elisabetta Mosti e Andrea Ferrari. L’incontro si è chiuso su una frase di Agnese Pini: "Le cose non esistono fino a che non le raccontiamo".