REDAZIONE MASSA CARRARA

La fuga a 170 all’ora, poi lo schianto Uccise Armenise, condanna a 11 anni

La sentenza della Cassazione sul terribile incidente sulla tangenziale

Il luogo dell'incidente

Carrara, 10 novembre 2017 - Uccise Paolo Armenise travolgendo la sua Jeep con l’Audi A4 che stava guidando assieme a altri due malviventi per sfuggire all’inseguimento dei carabinieri: la Cassazione respinge il ricorso e lo condanna a 11 anni di reclusione. Si chiama Abderrahim Omrane è colpevole di omicidio stradale che è avvenuto nel giugno del 2014. «Ha abbandonato il veicolo ed è stato indifferente di fronte alle sorti della vittima»: si legge anche questo tra le motivazioni della sentenza della Cassazione che di fatto condanna l’estracomunitario a 11 anni respingendo il suo ricorso per omicidio stradale. L’architetto carrarino, 48 anni, morì sul colpo a Milano, vittima di un tragico quanto folle incidente stradale in autostrada. Si trovava a bordo della sua Jeep sulla tangenziale est che porta nel capoluogo lombardo, dove Armenise aveva uno studio di architettura, quando venne travolto da un’Audi che stava fuggendo ai carabinieri. Una mezz’ora di pura follia quella che si è consumata quel giorno d’estate nei pressi di San Donato milanese. Un’Audi A4 condotta da Omrane e con all’interno altri due nordafricani non si era fermata all’alt di un normale controllo dei carabinieri piazzati nella zona sud di Milano, e si era data alla pazza fuga. Nella corsa ad altissima velocità, pare che avesse raggiunto i 170 chilometri orari, per fuggire al posto di blocco della Provinciale 164 San Giuliano - Locate Triulzi, l’auto con i tre extracomunitari si era precipitata verso l’imbocco dell’autostrada in direzione Bologna. Sul posto immediatamente, dopo l’allarme delle forze dell’ordine, sono giunte quattro radiomobili dei carabinieri, mentre un elicottero della polizia seguiva l’episodio dall’alto: all’altezza di San Donato Milanese il conducente dell’Audi perse il controllo, l’auto si schiantò contro lo spartitraffico, saltò nella corsia inversa e ha sbattè a velocità folle contro il fuoristrada di Armenise che procedeva in direzione opposta, diretto verso Milano dove doveva raggiungere il suo studio, e morì sul colpo. Paolo Alfredo Armenise era personaggio noto in città. Alto, carismatico, talvolta con la barba. Riconoscibile sempre dall’occhio vivo e d’argento. La sua professione lo aveva portato a collaborare con i più importanti imprenditori del marmo: si può dire che insieme alla collega Silvia Nerbi avesse introdotto il design in città. La sua creatività e le sue idee gli hanno aperto le porte della Marmi macchine con cui ha collaborato fino a diventare anima e ideatore della Marble weeks, la sua più importante creatura. La Cassazione ha rigettato il ricorso perché era «alla guida sotto effetto di stupefacenti, il totale dispregio delle regole sulla circolazione stradale, l’assenza di non aver prestato alcuna forma di soccorso alla vittima».