PATRIK PUCCIARELLI
Cronaca

La comunità Lgbt. Con l’impegno di Locati è nato il Centro Mieli: "Un luogo per tutti"

Nei locali di piazza Alberica 4500 libri sull’orientamento sessuale oltre a documenti e pubblicazioni con la storia del secolo scorso "Carrara è una città aperta che accoglie. Forse per il dna anarchico".

La comunità Lgbt. Con l’impegno di Locati è nato il Centro Mieli: "Un luogo per tutti"

La comunità Lgbt. Con l’impegno di Locati è nato il Centro Mieli: "Un luogo per tutti"

"Come ragazzo gay mi sono sempre chiesto come vivessero prima di me gli omosessuali così ho iniziato a fare ricerca". Le parole di Luca Locati, vicepresidente del Centro di documentazione Aldo Mieli, riecheggiano tra i libri che lo circondano. Testi, volantini, poster , riviste, ma anche attualità della comunità queer, in piazza Alberica al civico 11 si apre il mondo Lgbtqia+. "Un acronimo che all’inizio pensavo fosse eccessivo, troppe categorie - prosegue -. Poi ho iniziato a scavare a fondo e sono arrivato a pensare che sono cresciuto in una società binaria che fa distinzione solo tra gay e eterosessuali, ma l’essere umano è molto più complesso e per questo penso che in futuro ci saranno ulteriori lettere da aggiungere".

Lesbiche, gay, bisex, trans, queer, intersex, asessuali e il + che comprende gli indirizzi mancanti. "Però l’acronimo che preferisco è queer che viene utilizzato come termine ombrello - dice Locati -. Una parola che nei paesi anglofoni voleva dire strano poi i vari movimenti politici si sono riappropriati del termine in chiave rivendicativa. Oggi ha perso la valenza denigratoria e ormai viene utilizzato anche in ambito universitario e accademico". Tra l’arredamento gotico liberty del centro al secondo piano di un palazzo storico, gli scaffali sorreggono 4500 libri sul tema "poi non abbiamo ancora fatto l’inventario del materiale archivistico, ma a grandi linee abbiamo 100 scatole quindi saremo a 10mila pezzi più 6mila riviste - spiega -. Ho iniziato a leggere la storia dell’omosessualità da adolescente poi la curiosità mi ha portato a cercare documenti, sia sui mercatini che online. Dopo sono arrivate le prime chat dove si parlava dell’argomento e le donazioni di testi che mi hanno riempito la camera. Ciclostili degli anni ’70 utilizzati dai primi gruppi politici, materiale degli anni ’60. Non volevo che tutto questo rimanesse una collezione privata così nel 2021 è nato il centro. Un’associazione aperta a tutti, fruibile da chiunque, basta prendere appuntamento ed è possibile consultare tutto il materiale". A Carrara "fino agli anni ’90 non c’è mai stata una comunità queer, ma c’erano dei gruppi politici come ‘Il Fuori’ di Pisa, un’organizzazione omosessuale alla quale hanno aderito anche dei carraresi. Poi le discoteche sul lungomare che erano frequentate dalla comunità omosessuale. Ma a dare una forte spinta è stata la protesta a New York nel 1969 ricordata come i moti di Stonewall dove ci fu un forte confronto tra manifestanti gay, trans e la polizia. Un clima di subbuglio poi arrivato anche in Italia con l’istituzione della prima comunità queer nazionale. Nel 1971 è uscita la prima pubblicazione del movimento ‘Il Fuori’ e da lì siamo partiti". Oggi il centro conta 20 soci e 4 persone in archivio. Dalle finestre si vede la piazza simbolo di Carrara "una città che non è poi tanto chiusa, ci sono realtà peggiori - sottolinea Locati -. Ha aspetti ruvidi, ma l’aggressività riguarda solo una minoranza che si fa sentire con atti vandalici come quello dell’estate scorsa quando hanno rotto i vetri della Teké Gallery dove c’era una nostra mostra. Nel dna di Carrara c’è quella parte anarchica che aiuta. Una mano l’hanno data anche i social veicoli di coraggio per diversi ragazzi. Io ho 48 anni e durante l’adolescenza ho dovuto fare i conti con l’oppressione e il giudizio, oggi è diverso. Ma è necessario continuare con l’attivismo per tenere alte le antenne visto l’attuale Governo che cerca capri espiatori nelle persone queer per prendere consensi".

Il centro Aldo Mieli, che prende il nome dal pioniere della liberazione sessuale in Italia degli anni ’20, sta collaborando con l’università di Verona con un laboratorio di ricerca sui temi queer. "Puntiamo a rendere questo luogo fruibile anche alle persone disabili - conclude Locati -. Volevamo installare un montascale, ma l’abolizione dello sconto in fattura ci ha bloccati".