La castagna, ricchezza da salvare. Accordo tra parco e associazioni

Il protocollo dell’ente regionale punta a difendere la pianta con zone predisposte al recupero dell’alimento

La castagna, ricchezza da salvare. Accordo tra parco e associazioni
La castagna, ricchezza da salvare. Accordo tra parco e associazioni

La castagna rappresenta una preziosa ricchezza per i borghi montani, in particolare quelli che rendono speciali anche i versanti delle Alpi Apuane e dell’appennino Tosco Emiliano. Sono piante che però da alcuni anni presentano diversi problemi, hanno bisogno di essere recuperate, conservate e valorizzate ed è questo l’obiettivo a cui punta il protocollo siglato fra il Parco regionale delle Alpi Apuane e l’associazione ‘La filiera della Castagna’ di Pontestazzemese: l’impianto e la gestione iniziale di un campo collezione o campo varietale per recuperare, conservare e propagare cultivar locali di Castagno (Castanea sativa), appositamente ricercate e selezionate nel versante marittimo delle Alpi Apuane. Il Parco delle Apuane detiene, soprattutto in area contigua, aree in cui è rilevante la presenza di habitat di interesse comunitario di Foreste di Castanea sativa: consorzi boschivi supramediterranei e submediterranei dominati dal Castagno e vecchie piantagioni stabilizzate con sottobosco seminaturale, che rappresentano un elemento paesaggistico caratterizzante dell’area collinare e basso montana delle Alpi Apuane. Le cultivar locali del castagno costituiscono un patrimonio colturale e culturale di inestimabile valore, attualmente in via di crescente abbandono, nonostante la presenza di iniziative di recupero anche produttivo. L’obiettivo del protocollo è proprio non disperdere e, anzi, conservare questo patrimonio. L’Associazione dei Castanicoltori della Lucchesia ha individuare alcune aree idonee per la realizzazione del campo delle cultivar di castagno di cui dovrà garantirne la gestione per il periodo della durata del Protocollo (in vigore fino al 31 dicembre 2025) e per almeno cinque anni successivi alla realizzazione del progetto. Un’azione per cui il Parco metterà a disposizione un importo annuale di 6.900 euro per 2 anni. Saranno poi promosse attività didattiche ed educative per le scuole. L’impianto e la gestione di un campo collezione di cultivar di castagno rientra nel progetto più generale di rigenerazione delle Comunità residenti, dal titolo "Il Richiamo dell’Alta Versilia" elaborato, dopo condivisione con il Parco, dall’Associazione dei Castanicoltori della Lucchesia e l’Istituto per la documentazione sul Castagno e la ricerca forestale, che, come si legge nel Protocollo "ha l’obiettivo di destrutturare la narrazione dominante dell’unico sviluppo possibile attraverso l’economia turistica costiera o la monocultura della estrazione del marmo e, nel contempo, mostrare e dimostrare che altre traiettorie di sviluppo sostenibile sono possibili, attraverso la promozione di elementi identitari legati alla castanicoltura, nonché interventi di rigenerazione, valorizzazione e promozione di beni tangibili – ripristino produttivo di castagneti e rigenerazione di metati dismessi, al fine di rievocare e far rivivere le storie, i riti quotidiani della comunità, il sapere e le memorie collettive". L’Irf (Istituto per la Documentazione sul castagno e la ricerca forestale), soggetto scientifico del progetto che poi verrà realizzato dall’Associazione dei Castanicoltori della Lucchesia, ha condotto indagini nelle seguenti frazioni dei comuni di Massa-Carrara e Montignoso: Sorgnano, Colonnata, Forno, Resceto, Antona, Pariana, Corsanico di Montignoso, Sant’Eustachio di Montignoso. Le cultivar rinvenute risultano le seguenti: Carpineése o Carpanésa, Rossolina o Rossina, Marona o Maròn, Bresciàna, Mundolina, Pelosèda, Vinchesina, Chiappine, San Martino, Parianìna. Inoltre a Massa avverrà la raccolta con in altre zone e poi le castagne saranno concentrare in un campo varietale individuato dall’Associazione dei Castanicoltori della Lucchesia.

Francesco Scolaro