
di Monica Leoncini
"Se tornassi indietro, farei di nuovo il medico". Pietro Natali, medico di famiglia dell’ambito territoriale della Alta Lunigiana, che vive e lavora a Villafranca, non ha dubbi. Anche se forse non si aspettava che, al giorno d’oggi, la professione sarebbe diventata più faticosa e i giovani così restii agli spostamenti. Tra pochi giorni cesserà la sua attività, proprio per il suo 70esimo compleanno. "Mi sono laureato a 25 anni - racconta, tornando indietro col pensiero - e ho cominciato lavorare in convenzione con la Asl nel 1979, dopo esperienze in ospedale e al centro trasfusionale. Ho deciso poi di diventare medico di famiglia, una decisione che prenderei ancora adesso, se potessi tornare indietro". Da oltre dieci anni ha il suo ambulatorio nella Casa della salute, nel centro storico di Villafranca, assieme ad altri due medici, anche loro andranno in pensione nei primi mesi del 2023, come del resto l’altro medico che ha un ambulatorio a Villafranca.
"Se non saremo sostituiti - spiega - in sei mesi la Casa della salute sarà destinata a rimanere vuota, sarebbe un errore, visti gli investimenti del passato. Qui ogni giorno ci sono medici a disposizione, utili soprattutto per le persone anziane che sanno di trovare un punto di riferimento. Non si possono costringere ad andare altrove per farsi visitare da un medico". Tra l’altro Franca Baldassini e Carlo Peselli, i suoi colleghi nella Casa dal salute, visitano anche nel Comune di Mulazzo, quindi lasceranno un ulteriore vuoto. "Andrò in pensione per limiti di età - aggiunge - ma io avrei lavorato ancora, infatti non escludo di continuare con la libera professione. Mi dispiace smettere di lavorare, non posso far finta di essere contento, il nostro è un lavoro particolare, ti affezioni alle persone, ci sono casi seri che ti coinvolgono, se poi le persone guariscono è un successo personale importante. Burocrazia e Covid ci hanno impegnato moltissimo negli ultimi anni, la professione è cambiata, esistono esami che un tempo non c’erano, ma allo stesso tempo si fatica trovare entro breve tempo appuntamenti per la diagnostica. Prima la sanità era più capillare". Il numero dei medici che andranno in pensione lo preoccupa, difficile capire come mai i bandi vadano deserti. "Credo che i giovani non vogliano venire in Lunigiana per la morfologia del territorio - aggiunge -, che è molto vasto e quindi impegnativo. Le visite domiciliari possono essere in tanti paesi diversi e lontani tra loro. L’impegno è sicuramente maggiore rispetto a quello di un medico che opera in città. Io però ho sempre desiderato fare il medico, fin da ragazzino facevo le punture a mio nonno che soffriva di asma e ai nostri vicini di casa, iscrivermi a Medicina è stata la mia prima scelta. Da noi il medico di famiglia è una figura centrale, spesso mi fermano per strada, mi chiedono consigli sulle medicine da prendere. L’altro giorno un mio assistito si è sollevato la maglietta in pieno centro, per mostrarmi la schiena, dove aveva un problema, non è neppure venuto in ambulatorio. La maggior parte di persone sono legate a ricordi che mi danno soddisfazione. Ringrazio i miei mutuati per la fiducia e l’affetto che mi hanno dimostrato, hanno lasciato il segno. Spero che la Asl non abbandoni il comune di Villafranca e la sua Casa della salute e che venga promosso un nuovo bando. Ai giovani medici lancio un appello: si può lavorare in Lunigiana e lavorare bene, si possono trovare soddisfazioni che in città non ci sono".