REDAZIONE MASSA CARRARA

La caccia ai killer demoniaci Indagini tra Legnano e Pavia

Finora nessuno è riuscito a scoprire gli assassini. L’enigma del diario segreto

Il bosco, la corda e il coltello. Elementi che nei riti satanici sono ricorrenti e forse anche nella prova iniziatica che ha provocato, 25 anni fa, la morte misteriosa e atroce del 31enne Fabio Rapalli al Passo della Cisa. Caso intrecciato sullo sfondo esoterico di una militanza che ingaggia sempre nuovi manovali di morte, con quello del camionista coetaneo Roberto Bossi, ritrovato cadavere 26 mesi dopo nella stessa zona a ridosso della Cisa. Una fine orribile, provocata da ingestione di soda caustica. Ma è stato questo il punto di svolta dell’inchiesta, che ha convinto gli inquirenti che dietro ci potesse essere lo zampino dei seguaci di Belzebù. Le coincidenze erano sospette: due ragazzi della stessa età, partiti da paesi che distano sei chilometri uno dall’altro e trovati suicidi nello stesso bosco a 200 chilometri di distanza. Così la morte di Rapalli, che inizialmente per la Procura di Massa Carrara era un caso di omicidio, viene rubricata come istigazione al suicidio. I legami con le sette erano emersi col ritrovamento di un diario in cui Roberto Bossi aveva scritto la frase "il diavolo esiste". Mentre tra le carte di Fabio Rapalli erano stati rinvenuti libri sacri vergati con pentacoli satanici. Il parroco di Montù Beccaria aveva svelato che il giovane lo interrogava spesso sull’esistenza di Satana. Rapalli e Bossi si conoscevano.

E forse quest’ultimo, schiacciato dalla colpa per la morte del coetaneo, due anni dopo ha deciso di uccidersi nello stesso luogo. Il caso della duplice morte a sfondo esoterico avvenuto al Passo della Cisa è ora sepolto nei faldoni della Procura di Busto Arsizio a cui i colleghi di Massa Carrara avevano passato il giallo visto che in Lombardia si stavano approfondendo il complicato mosaico e le possibili connessioni tra i diversi gruppi legati al mondo dell’occulto. L’ipotesi di una relazione tra l’attività esoterica delle "Bestie di Satana" nell’hinterland milanese e altri gruppi che stavano probabilmente dietro morti misteriose e profanazioni di tombe nelle province di Legnano, Voghera, Pavia era una linea investigativa unitaria che avrebbe potuto (o potrebbe ancora) portare a clamorosi risultati e anche a far luce sulle morti di Fabio Rapalli e Roberto Bossi al Passo della Cisa Ma le indagini non avevano fatto passi avanti e si erano fermate.Nessuno sbocco investigativo è stato per adesso in grado di riaprire la caccia ai satanisti-killer.

N.B.