La battaglia per l’acqua pubblica in Toscana riaccende il confronto politico. Una volontà popolare, espressa nel referendum del 2011, minacciata dalle logiche di mercato con l’ipotizzata quotazione in borsa e l’ingresso di privati nel settore idrico toscano. L’importanza di mantenere l’acqua sotto controllo pubblico per evitare che diventi merce e profitto per pochi è stata ribadita nell’incontro “Si scrive acqua (pubblica), si legge democrazia”, organizzato da Alleanza Verdi Sinistra. "Stiamo cercando di costruire le alleanze politiche e sociali in vista delle regionali attorno al tema dell’acqua pubblica e della sua ripubblicizzazione dove si è aperto al privato" ha sottolineato Matteo Bartolini, segretario di Sinistra Italiana.
"Adoperarsi per favorire la ripubblicizzazione dell’acqua" è l’obiettivo di Alessandro Volpi, professore dell’Università di Pisa ed ex sindaco Pd di Massa: ha rimarcato la necessità di impedire che l’acqua "rientri fra le prerogative di questa multiutility", un rischio che si aggraverebbe se fosse quotata in borsa e "costituirebbe una chiara violazione del referendum". Volpi ha ricordato la difficoltà di difendere la gestione pubblica dell’acqua dal 2011, quando "i privati sono entrati nelle società di gestione toscane" che sono state difese "con le unghie e coi denti".
Ha ribadito la centralità della gestione pubblica dell’acqua la sindaca di Carrara Serena Arrighi, ed espresso preoccupazione per le ipotesi di una quotazione in borsa, sostenendo che è "da combattere assolutamente". "Non ha senso affidare un bene e un servizio pubblico alla borsa, che segue logiche totalmente diverse" ha spiegato. Nel dibattito è intervenuto anche il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti che ha ricordato le difficoltà di Gaia, che "rischiava di fallire" ma oggi può vantare "tariffe tra le più basse della Toscana". Ha sottolineato l’efficacia del modello di gestione pubblico di Gaia e la sua capacità di venire incontro ai cittadini anche tramite fondi di solidarietà per i più vulnerabili.
In discussione le prospettive per i servizi pubblici in Toscana, con la Multiutility considerata da molti una minaccia al controllo pubblico. Lorenzetti ha osservato che il tema è legato alla questione della gestione ed è giusto discuterne, ma "senza dimenticare che la gestione dell’acqua e dei rifiuti deve rimanere sotto controllo pubblico, senza coinvolgimento di privati". L’assessora regionale Alessandra Nardini nel dibattito ha criticato il progetto della Multiutility toscana, avviato senza un vero dibattito politico e deciso da pochi comuni centrali come Firenze e Prato, evidenziando il rischio che la scelta di un modello pubblico-privato, come Publiacqua, minacci il percorso di ripubblicizzazione. Ha infine chiesto maggiore coerenza a livello politico, affinché si garantisca un impegno concreto per un’acqua davvero pubblica.
Michele Scuto