La battaglia degli olivicoltori Esperti contro la cecidomia Chiesto monitoraggio del Parco

Confronto al centro Palomar di Fosdinovo per combattere l’insetto che riduce la produzione. Per il ricercatore Ruggero Petacchi l’arma più efficace è una potatura drastica delle piante. .

La battaglia degli olivicoltori  Esperti contro la cecidomia  Chiesto monitoraggio del Parco

La battaglia degli olivicoltori Esperti contro la cecidomia Chiesto monitoraggio del Parco

Una potatura radicale al momento giusto sembra essere l’arma più efficace per rallentare l’esponenziale proliferarione della cecidomia che da qualche anno sta falcidiando la produzione di olio negli oliveti della Lunigiana. E’ emerso nella conferenza con i massimi esperti al Centro Palomar di Caniparola, nel Comune di Fosdinovo. Gremita la sala convegni del centro sociale vista la diffusione della malattia dell’olivio che sta raggiungendo anche la val di Magra. Le larve dell’insetto penetrano nei tessuti della pianta provocandone una anomala con la formazione di galle, la deformazione di foglie e germogli che determina una limitazione della capacità fotosintetica con conseguente, drastico calo produttivo delle piante infestate. "E’ un insetto,un dittero, che in realtà è una nostra vecchia conoscenza – ha spiegato il professor Ruggero Petacchi, ricercatore ed entomologo del Sant’Anna di Pisa, uno dei massimi esperti del settore in Italia – ma adesso, vista la sua esponenziale proliferazione specie in provincia di Massa-Carrara e nel grossetano, bisogna ridimensionarlo a insetto che non sia più un problema".

Una lotta di contrasto non facile quella contro la cecidomia: pochi o nulla i prodotti testati che abbiano efficacia nel combatterla. Adriano Petacchi e Franco Cresci, rispettivamente presidente e coordinatore dell’associazione Sentieri dell’Olio Apuo-Lunigianesi, hanno convocato alla conferenza anche l’agronomo Giorgio Bacigaluppi e Stefano Pini, responsabile centro C.a.r.r. Sarzana Liguria . "Le previsioni operative per il 2023 si basano sulla potatura – ha suggerito Ruggero prof. Petacchi – sul riconoscimento del periodo in cui la cecidomia esce dalle galle ed ovidepone e nell’eseguire gli interventi quando sono consigliati, nella seconda metà di aprile quando c’è l’involo dell’insetto. Certo è un’operazione drastica che per 2 anni non fa produrre la pianta. Come trattamenti antiparassitari si può utilizzare caolino e solfato di rame: servono come repellenti, prima che l’insetto si involi ma sono prodotti di copertura, la cui efficacia è di relativa durata e vanno ripetuti al massimo dopo 20 giorni". Esiste invece solo un prodotto di sintesi,ne esiste solo uno che va utilizzato al massimo 2 sole volte l’anno, in tempi ben precisi e con grande attenzione per non uccidere impollinatori, api e altri insetti pronubi. Presenti anche i sindaci di Fosdinovo Camilla Bianchi e di Fivizzano Gianluca Giannetti, anche presidente della Unione Comuni, che ha ricordato la richiesta al Parco dell’Appennino di avviare un un concreto progetto di monitoraggio della cecidomia in Lunigiana.

Roberto Oligeri