REDAZIONE MASSA CARRARA

"La B? Noi ci crediamo". Sempre più... azzurri. Si diffonde la febbre

Tifosi storici e nuove generazioni, adulti e bambini: tutti con la Carrarese. Erano in 484 a Benevento per sostenere la squadra. Festa ovunque.

"La B? Noi ci crediamo". Sempre più... azzurri. Si diffonde la febbre

Grande festa a Carrara, allo stadio e poi lungo le vie della città, ma soprattutto grande onore a quei 484 tifosi che a Benevento non hanno lasciato sola la Carrarese contribuendo con il proprio sostegno in presenza alla conquista di questa storica finale. "E’ stata un emozione incredibile – racconta Iacopo Rosini, partito per la Campania con un pullmino a 9 posti assieme ad amici –. Per i tifosi cinquantenni come me che seguono la Carrarese e che si ricordano dei tempi di Lippi e Orrico ma anche dei periodi bui questo è un momento bellissimo da vivere. Arriviamo in finale da outsider ma ci crediamo. Fa piacere soprattutto rivedere così tante persone che sono tornate ad appassionarsi alla squadra. Giù a Benevento c’erano tanti adulti ma anche tanti ragazzi, tante famiglie. La cosa bella è che questa passione è stata trasmessa dalle vecchie generazioni alle nuove. Allo stadio è andato tutto benissimo. Eravamo in diecimila ma non ci sono stati problemi. Del resto noi avevamo preparato le basi all’andata facendo gli onori di casa ai tifosi avversari. Il mio grande ringraziamento va alla nostra Curva Nord perché ha preparato nei minimi dettagli la trasferta e la coreografia. Sono ragazzi che si spendono tantissimo. Con loro siamo sicuri che il futuro della Carrarese è in buone mani. Noi siamo già tutti pronti a ripartire per Vicenza. Fosse capitato l’Avellino forse saremmo rimasti giù. Ho preso ferie e ci siamo fermati a dormire in un bed and breakfast prima di ripartire per spezzare i 1200 km di viaggio".

Tra gli “aficionados” che non potevano mancare al ‘Vigorito’ anche Alessandro Dell’Amico e il suo gruppo di amici spostatisi in auto. "Le trasferte dei play-off ce le siamo fatte tutte – ci dice – ma la Carrarese la seguiamo da tantissimi anni. La nostra è una malattia. Per chi come noi ha visto tante volte la società ad un passo dal baratro questo è un momento magnifico. Ne faremmo migliaia di trasferte così. Non c’è neanche bisogno di dire che a Vicenza ci saremo. I bookmakers ci danno per sfavoriti in finale e scaramanticamente mi fa piacere. Sarà un po’ come vedere Davide contro Golia perché il Vicenza ha un blasone e disponibilità superiori alle nostre ma nulla è impossibile. Finalmente la Carrarese ha la visibilità che merita anche grazie a i ragazzi della Curva che sono sempre in prima linea e già nel periodo pre play-off si sono sempre dati da fare. Il tutto senza togliere i meriti alla squadra ed al tecnico che sono i primi artefici. Calabro sicuramente ha dato una marcia in più e la società è stata brava a fare questa mossa".

Sono scesi al sud anche tanti ventenni come Mattia Cacciatori, anche lui con un minivan composto da coetanei. "E’ stata una trasferta indimenticabile – dice – . Molti alla fine avevano lacrime di gioia. Io avevo paura, soprattutto dopo il 2 a 1, poi con l’espulsione mi sono tranquillizzato. Ci sono ragazzi come me che seguono la Carrarese da quando erano piccoli grazie all’esempio dei genitori e che l’hanno seguita su campi come Gavorrano o quando lottava per salvarsi. Mi avessero detto allora che ci saremmo ritrovati a 180 minuti dalla serie B non ci avrei creduto. Ci sono, però, anche tanti altri ragazzi che sono stati avvicinati allo stadio dai risultati e si appassionano alla Carrarese. Non ho mai visto un trasporto così in città. Scene simili a quando abbiamo vinto gli Europei. Noi restiamo un outsider e siamo già contenti di essere arrivati in fondo ma a questo punto siamo in ballo e vogliamo ballare sino alla fine".

Gianluca Bondielli