
Rosa Chiappe, 101 anni
Carrara, 27 marzo 2022 - "Credevo di non rivedere più quegli orrori". Così Rosa Chiappe, 101 anni di vita, commenta il delirio in Ucraina. In atto di estrema solidarietà per i popoli colpiti dalla guerra, Rosa ha donato un set di coperte. Non si tratta di coperte qualsiasi: sono i plaid di lana che un gruppo di soldati americani donò a suo marito durante il secondo conflitto mondiale. Adesso serviranno per un’altra guerra, per coprire, scaldare e salvare altre persone. Pezze di lana calda che hanno fatto il giro del mondo e che in occasioni diverse sono servite per lo stesso scopo: aiutare chi non crede più in niente che un futuro è sempre possibile. "Ricordo che mio marito – racconta la centenaria, con tanta verve e lucidità da vendere – ricevette in dono dagli americani quelle coperte. Dagli anni ’40, quando ero giovane sposa, non sono mai uscite dalla mia casa. Le abbiamo usate in tutti questi anni sia per le nostre gite in montagna che per i campeggi con i bambini. Mio marito amava la montagna e noi andavamo spesso a fare gite di trekking e campeggi. Sempre con le nostre coperte. Adesso, quando ho donato l’attrezzatura da montagna di mio marito a questa povera gente, ho pensato che quelle care coperte potessero essere utili per gli sfollati. Mi sono detta che serviranno più a loro che a me".
Così il pacco dato a don Piero Albanesi e da qui passato da don Maurizio Manganelli che lo ha messo nella raccolta della Diocesi per il confine ucraino contiene anche le storiche coperte. Con esse numerosi pacchi raccolti dalle parrocchie con generi alimentari, abiti o medicinali, messi insieme dai ragazzi della pastorale giovanile della Diocesi in collaborazione con la Caritas.
Intanto la Diocesi ha organizzato in duomo un incontro per ascoltare dal vivo gli orrori di chi visse la guerra. Tra le tante storie e testimonianze raccolte anche quella di Oxana, in fuga dall’Ucraina con il rumore delle bombe e della distruzione, il viaggio per scappare dal suo paese con la famiglia rimasta lì. Ha raccontato storie che sembrano irreali, una volta arrivati in Polonia, il cielo libero dalle bombe e dagli aerei militari. Oppure la storia di Corrado, 87 anni, che ha raccontato ai ragazzi quando da bambino ha assistito alla violenza della strage nazista di Castelpoggio, spiegando quanto sia difficile dimenticare gli orrori della guerra. Ai racconti è seguito un momento di preghiera: un gesto di pace e soprattutto di aiuto, voluto fortemente dalla Diocesi in risposta alle richieste di supporto giunte dal popolo ucraino. Sulle pagine social della pastorale giovanile si possono vedere tante foto dei ragazzi alle prese con imballaggi e scatoloni; pronti per essere inviati nell’est Europa.
«Ringraziamo chiunque abbia voluto collaborare, anche con poco – commenta la Diocesi – e un grazie ai giovani che si sono messi in gioco, alle farmacie che hanno collaborato, alle scuole e alle altre persone che hanno partecipato". Ci siamo mossi come chiesa ma soprattutto come chiesa giovane, con adulti che ci hanno supportato e aiutato. Essere operatori di pace, affamati e assetati di giustizia, come dice il Vangelo, è anche questo".