Insulti e minacce social ai Paladini: "Non comprendiamo le intimidazioni. Ci battiamo per salvare la costa"

L’associazione presa di mira dopo la conferenza stampa sul porto e i documenti risalenti al 1700 "La scoperta non sono i fogli ritrovati, ma il fatto che sia un vero e proprio piano del territorio".

Insulti e minacce social ai Paladini: "Non comprendiamo le intimidazioni. Ci battiamo per salvare la costa"

Insulti e minacce social ai Paladini: "Non comprendiamo le intimidazioni. Ci battiamo per salvare la costa"

Dopo la conferenza, non sono mancati insulti ai Paladini Apuoversilievi sui social. "Noi andiamo per la nostra strada – dice Orietta Colacicco – cercando dialogo e confronto. A chi ci insulta dico: per parlare di un argomento si deve conoscere e avere la competenza per farlo". L’associazione torna a parlare anche dei documenti presentati: "Dal 1999 sapevamo che in Archivio di Stato esisteva una relazione su un porto a Carrara – prosegue la presidente –. La novità, la scoperta, sta nel fatto che solo dopo aver trascritto e studiato tutto il documento abbiamo realizzato che non si tratta di una relazione sul porto, ma di uno studio vero e proprio, un piano del territorio, di cui fu incaricato a Milano il conte Lizzoli dal vice presidente della Repubblica Italica, il conte Francesco Melzi d’Eril".

"Un piano del territorio predisposto alla ricerca della sostenibilità come si farebbe oggi – prosegue Colacicco – che comprende la valutazione della misura delle imposte dirette e indirette da applicare, specie in funzione di uno sviluppo dell’agricoltura, considerazioni sulla necessità di una strada di collegamento con la Lombardia e osservazioni sulle “convenienze e le sconvenienze “ della realizzazione di un porto a Massa Carrara. Questa è storia. Non si capiscono gli improperi e le intimidazioni rivolte sui social ai Paladini e alla presidente".

"Sappiamo, seguendo la procedura di Vas (Valutazione Ambientale Strategica) a cui è sottoposto il nuovo Piano regolatore del porto, che nel 2022 e 2023 la Soprintendenza ha richiesto una relazione archeologica ritenendo non sia da escludersi che “le opere in progetto possano intercettare stratigrafie archeologiche pertinenti a depositi sommersi, e chiedendo integrazione con uno studio archeologico con un rilievo strumentale dei fondali e la sovrapposizione su planimetria delle aree di intervento alle aree di indagine”. Sorge una domanda. A che cosa fa riferimento la Soprintendenza, al porto di Luni, piuttosto che al porto estense del 1750, o ancora ai pontili Walton e Binelli e Pate realizzati nella seconda parte del 1800? In ogni caso ci vuole vedere chiaro e un suo intervento sospenderebbe per il tempo necessario le attività del porto".

"Il punto vero è che c’è l’erosione e che la costa massese sta morendo. Le responsabilità sono del porto di Carrara e del saccheggio dei sedimenti dal Magra. Questo è acclarato. Ora calano anche i turisti. L’anno scorso si sono perse 10.000 presenze. Come fece Lizzoli nel 1800, bisogna mettere a confronto “le convenienze e le sconvenienze” pesare due economie, senza distruggerne una per sviluppare l’altra. Allora c’erano gli interessi degli Stati confinanti, ora ci sono Comuni che fondano in tutto o in parte la loro economia sul turismo. E se scompare la spiaggia non c’è turismo. E va ricordato che, per ammissione dell’Autorità portuale, nel Piano regolatore c’è un errore enorme nella valutazione dell’estensione della zona di influenza per un incremento del fenomeno erosivo a causa del prolungamento del molo di sopraflutto. Un errore che porta la zona di possibile erosione da 500 metri a 3,5 km: un errore del 700%, come mi hanno fatto notare al Politecnico di Milano, con compromissione di tutta l’area dei campeggi e sino alla parte nord di Marina di Massa. Tutto ciò è sostenibile? Va ricordato che un tentativo di ampliamento del porto fu bocciato nel 2002: il Ministero dell’Ambiente, di concerto con il Ministero dei beni culturali, espresse parere contario “ritenendo opportuna una nuova previsione di una soluzione progettuale che sia meno impattante di quella prevista, non espandendosi oltre la foce del Carrione e che miri a una correzione dell’erosione, anzichè confermarla. Ora il Consiglio superiore dei lavori pubblici dice che il piano non è sostenibile ed è più che cauto sui lavori dove c’è anche l’alt dell’Autorità di bacino per il pericolo alluvioni".