
In cerca della storia del Duomo. Un piano di scavi archeologici
I misteri che si nascondono nelle catacombe del Duomo di Carrara al centro dell’interesse di un gruppo di archeologici ‘fai da te’. Alcuni cittadini stanno unendo le forze per scoprire se sotto il Duomo di Carrara c’è veramente un edificio di culto pagano, o comunque una costruzione preesistente. Al momento è solo un’idea ma la futura equipe di archeologici capitanata da Giovanni Gatti, archeologo carrarese con un master in archeologia giudiziaria, ha già iniziato il rilievo della catacomba dove potrebbero svolgersi gli scavi. Potrebbero, il condizionale è d’obbligo, perché al momento non sono ancora arrivati né permessi né la concessione di scavo. Ma l’entusiasmo non manca e la voglia di saperne di più pure. Anche se don Piero Albanesi calma gli animi.
"È troppo presto per dire qualcosa – si limita a dire il parroco –, o dire se, come e quando". Intanto Gatti sta cercando volontari nel gruppo dedicato al castello di Moneta, dove in un lungo post spiega le sue intenzioni per scoprire cosa si nasconde sotto il Duomo. "Siamo ufficialmente partiti, abbiamo iniziato il rilievo dell’ipogeo dove saranno effettuati gli scavi archeologici non appena tutta la logistica sarà approntata e ovviamente – spiega Gatti –, dopo il rilascio da parte del Ministero, della concessione di scavo. Rilievi di questo genere vengono oggigiorno portati a termine con l’ausilio di scanner laser, noi l’abbiamo fatto utilizzando una fotocamera e mettendo assieme 506 immagini poi elaborate con apposito software. La parte propedeutica del lavoro non è affatto semplice, è necessario reperire le persone che avranno voglia di dedicarvi un po’ del proprio tempo libero, polizze assicurative, impiantistica, visto che lavoreremo sotto terra, materiali, attrezzature e documentazione. Di sicuro è la parte meno divertente ma senza far fronte a tutte queste incombenze neppure si inizia. Il lavoro di scavo, che spero si possa iniziare in estate o al massimo il prossimo autunno, prevede l’assistenza di tre direttori di scavo: due per la parte archeologica e uno per quella antropologica".
Un progetto che se dovesse diventare reale avrà bisogno di molta manovalanza. "La terra da movimentare è parecchia ed il luogo piuttosto angusto" aggiunge Gatti, e invita chi fosse interessato al progetto a contattarlo personalmente in modo da poter sbrigare tutte le pratiche necessarie al caso, come per esempio l’assicurazione o i dispositivi di sicurezza individuali. Un’idea che piace a molti e che sta suscitando molta curiosità.
Alessandra Poggi