REDAZIONE MASSA CARRARA

Il triste epilogo della ’Biblio-cabina’ Da luogo di cultura a cestino di rifiuti

La struttura sul viale delle Pinete a Massa è da tempo preda dei vandali

Il triste epilogo della ’Biblio-cabina’ Da luogo di cultura a cestino di rifiuti

È una seconda vita penosa quella della ‘Biblio-cabina’, la biblioteca telefonica trasformata in mini biblioteca sul viale delle Pineta, all’incrocio con via Ricortola. Da luogo di scambio culturale tra sconosciuti, piccolo spazio per donare e trovare libri per bambini, pubblicazioni e qualsiasi tipo di carta stampata, è diventato un angolo di degrado e inciviltà. Sporcizia, rifiuti e odori nauseabondi, fuoriescono dalla cabina blu che pure un tempo aveva riscosso successo. Inaugurata nel 2016 per iniziativa della scrittrice Francesca Bianchi e supportata dal Comune, per un po’ la “Biblio-cabina”, la prima della Toscana, era stata utile e molti avevano usufruito della possibilità di dare una seconda chance a libri che rischiavano di andare al macero e venivano messi invece a disposizione di tutti, magari anche per entrare nella biblioteca personale di qualcuno. Non di rado ci si trovavano anche costosissimi libri di scuola (io stesso ne lasciai alcuni in quella di piazza della Conca) che potevano fare comodo ad altri. La “Biblio-cabina” era curata dai suoi frequentatori che ne avevano rispetto, ma con il passare del tempo si è riempita di carta straccia e rifiuti, bottiglie e sporcizia che l’hanno così condannata all’inutilità. Qualcuno poi prima del Covid le aveva ridato decoro, pulendola e rifornendola e per un poco la situazione si era mantenuta, prima che la cabina si svuotasse di libri e si riempisse nuovamente di sacchetti.

Intemperie, i vandali e incivili l’hanno ora ridotta a una pattumiera, con “cadaveri” dei libri buttati ovunque, montagna di carta che ora giace accanto a fare loro da tumulo. Eppure il progetto tanto innovativo, che funziona da New York a Londra passando per Roma e Parigi, aveva del potenziale, evidentemente non compreso o abbandonato a sé stesso. Rimane, ora, il triste problema del decoro, poiché su quella strada soprattutto d’estate turisti e non ciabattano verso il mare passando davanti a quella cabina vuota, e mentre scattavamo la foto non pochi, passando, le hanno dato una pietosa occhiata. Conviene a questo punto tenerla lì? Si può trovare il modo di darle una terza vita? O forse Massa non è semplicemente il luogo adatto a queste iniziative?

Gabriele Ratti