
Il Tar boccia il Comune Fabiani aveva ragione
Svolta nella guerra tra l’ex presidente del consiglio comunale e il sindaco. Il Tar ha annullato la revoca dell’ex presidente Jessica Fabiani condannando il Comune a rifondere le spese. Ricapitoliamo la storia. Il 14 giugno 2019 il consiglio comunale eleggeva presidente Jessica Fabiani. Il 19 ottobre il capogruppo della lista “Progetto Comune“ e i suoi consiglieri presentavano una mozione con cui chiedevano la revoca del presidente a seguito di un atto protocollato e scannerizzato. Lo stesso giorno il consiglio, a maggioranza, approvava la mozione e disponeva la revoca. Veniva così eletto presidente il consigliere Luca Confetti. La Fabiani, rappresentata dall’avvocato Giovanni Montana, ricorreva al Tar contro il Comune. I giudici amministrativi, dato che lo Statuto del Comune "prevede all’articolo 10, 14° comma, che l’avviso per le sessioni ordinarie del consiglio comunale con gli oggetti da trattare debba essere consegnato ai consiglieri almeno 5 giorni prima, per le altre sessioni almeno 3 giorni prima di quella stabilita per la prima adunanza; il 15° comma dell’articolo 10 reca poi la possibilità d’abbreviare detto termine nei casi d’urgenza a 24 ore, con la possibilità per i consiglieri di chiedere il differimento della deliberazione al giorno successivo". E la mozione contro Jessica Fabiani "non risulterebbe essere stata inserita all’ordine del giorno della seduta del 19 ottobre 2021. Del resto, la presentazione della mozione di sfiducia il giorno stesso della riunione del Consiglio Comunale, rendeva assolutamente impossibile, anche ove l’argomento fosse stato inserito all’ordine del giorno, il rispetto del termine dilatorio previsto dai commi 14 e 15 dell’articolo 10 dello Statuto". Così il Tar ha condannato il Comune alla corresponsione alla Fabiani di 3mila euro oltre a Iva e Cap a titolo di spese; spese compensate nei confronti del controinteressato. "Giannetti chieda scusa – afferma Cosimo Ferri – e paghi di tasca propria le spese legali. La poltrona? Se la tengano, ma imparino a rispettare le persone e le norme". E Alice Rossetti, coordinatrice di IV Toscana aggiunge: "Questa sentenza non solo dimostra l’insipienza e l’incapacità da parte di chi ha voluto la sfiducia, ma ha anche un forte valore politico".
Roberto Oligeri