REDAZIONE MASSA CARRARA

"Il tampone? A mezzanotte, a Pontedera"

Odissea di un giovane massese per avere la conferma di aver contratto il virus. In provincia era tutto pieno, preferisce stare in isolamento

di Maria Nudi

Scenario Covid 19, il racconto di un massese che per fare il primo tampone è dovuto andarebin un laboratorio privato. La paura del contagio agli anziani e sofferenti genitori. "Se i miei genitori che sono anziani, 80 anni e 82 anni, e che purtroppo soffrono entrambi di una patologia che tengono sotto controllo si fossero ammalati di Covid per “colpa“ mia non me lo sarei mai perdonato. Per fortuna nella odissea del tampone eseguito in questo momento stanno bene e non sono positivi. Anche io sto bene. Malgrado tutto sono stato fortunato". Inizia cosi il racconto di un massese di 48 anni che lavora a Pisa nel settore universitario in attesa di essersi negativizzato e di tornare alla normalità dopo aver superato e vissuto la terribile esperienza del contagio al Virus. La Nazione ha raggiunto il professionista al telefono per capire meglio com’è andata la sua odissea.

"Tutto ha inizio il 30 ottobre - dice - quando mi accorgo di avere la febbre e visto il momento che stiamo vivendo mi insospettisco e vivendo con i miei genitori mi isolo subito e fortunatamente abbiamo due bagni"

Cosa fa?

"Inizio il percorso con la Asl per fare il tampone dicendo la mia situazione personale. Aspetto e chiamo il mio medico che mi consiglia di fare il tampone a pagamento. Allora non sapendo ancora di essere positivo prenoto a Santo Stefano Magra. Il 3 novembre vado in auto"

Quanto ha pagato il tampone?

"Sessanta euro. Il giorno stesso ho il risultato che conferma il mio sospetto. Il 5 novembre vengo contattato dalla Asl per andare a fare il tampone il 7 novembre alle 20 al Drive di Avenza. La risposta arriva il 15 novembre: sono ancora positivo"

Come si sente?

"Dopo aver superato la febbre sto bene e teoricamente da oggi potrei uscire, ma in queste situazioni ci vuole cautela, prudenza e buon senso: resterò a casa fino al 24 novembre e rientrerò a lavoro quando sarò negativo"

Come ha vissuto questa esperienza e quale messaggio vuole lanciare?

"Quando scopri di essere positivo hai paura. Poi io ho avuto paura per i miei genitori e l’iter da affrontare per il tampone non e semplice alla lettera: sarei dovuto andare a Pontedera a mezzanotte. Ci vorrebbe un sistema più semplice e credo che per i positivi al virus o i sospetti positivi il tampone dovrebbe essere fatto a domicilio. Sarebbe più prudente e forse si potrebbero evitare rischi per se stessi e per gli altri . So che il mio percorso e’alla attenzione dello onorevole cosimo ferri che chiede risposte ai vertici della asl. Un intervento che non e’personale ma che puo’essere utile per migliorare il percorso che per le persone anziane e ‘ancora più complicato. Ringrazio Cosimo Ferri (che ha segnalato questo disagio) e spero che qualcosa venga migliorato". Un racconto che fa riflettere su come i cittadini stiano faticando per farsi il famoso tampone, nella speranza che la burocrazia possa snellirsi il prima possibile.