"Il sindaco non ci ha ricevuto". La rabbia dei militanti dell’Anpi: "Le 4mila firme sono dei cittadini"

Le richieste: revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini e il ponte di Trieste intitolato a Pertini. Nelle settimane scorse si era aggiunta anche la richiesta di rinunciare a una via per Almirante.

di Patrik Pucciarelli

"Chi si sottrae al confronto e al dibattito democratico non fa mai un servizio alla Costituzione e al ruolo che riveste". A puntare il dito contro il sindaco di Massa, Francesco Persiani, è Vincenzo Calò dell’Anpi nazionale giunto in terra apuana per presentare al primo cittadino le 4mila firme raccolte. Firme contro la cittadinanza onoraria a Mussolini, per intitolare il ponte detto oggi di Trieste a Sandro Pertini e contro l’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante. Carte in mano si è recato in Comune insieme all’Anpi locale e diverse associazioni, ma quell’incontro non c’è mai stato "nonostante la cosa l’abbiamo comunicata al sindaco giorni prima - prosegue Nino Ianni dell’Anpi di Massa, sezione patrioti apuani Linea Gotica - addirittura abbiamo inviato 2 mail. Ieri mattina ci hanno detto che non poteva riceverci così il vicesindaco Andrea Cella ci ha consigliato di protocollare la richiesta. Questo è uno sgarbo".

C’è amarezza tra le fila dell’Anpi perché "l’importanza della presentazione delle firme era legata proprio alla presenza di Vincenzo Calò - sottolinea Giancarlo Albori della presidenza dell’Anpi di Massa - non riceverci è un grave fatto di fronte alla dirigenza dell’associazione. Rimaniamo sconcertati è una cosa che non possiamo dimenticare". Alzano le mani e insieme a loro diverse associazioni come il circolo arci ’31 Settembre’ con il presidente Riccardo Bardoni.

"Il nostro percorso sull’intitolazione del ponte è iniziata a novembre 2019 con una pec al sindaco - spiega Bardoni -, ma la mail di risposta negava la disponibilità del primo cittadino, a quel tempo avevamo quasi 900 firme. Però la nostra battaglia è proseguita, la toponomastica ha dato parere favorevole, ma anche in questo caso i documenti sono finiti in un cassetto, fortuna vuole che a intitolare il ponte ci ha pensato Google maps. Capisco sia difficile smentire una cultura fascista e ancora più difficile riconoscere il dopo".

Anche la Spi Cgil e la Camera del lavoro provinciale prendono la parola per voce di Franco Peselli. "L’atteggiamento del sindaco è molto grave, un atto arrogante contro quella parte di cittadinanza che si è mobilitata - commenta Peselli -, in netto contrasto con la storia antifascista. Sfuggire al confronto è un atto di debolezza politica. Da un fatto politico la cosa si è trasformata in un atto burocratico. Su queste tre questioni non c’è mai stata data risposta tutto è come prima: Mussolini è sempre cittadino massese, il ponte non è stato intitolato e la questione della strada ad Almirante è sempre aperta".

Così si apre il fronte nazionale dell’Anpi "perché l’opportunità in questa storia l’ha persa il sindaco - prosegue Calò - questa è l’ennesima dimostrazione che siamo vittime della battaglia politica. In questa vicenda il primo cittadino ha dato dimostrazione di strisciare piuttosto che volare alto, e allora che si accontenti pure di strisciare. Chi si sottrae a queste logiche fa una scelta di parte che non è conforme alla costituzione. Io non ho nessun risentimento ma un sindaco che si sottrae al confronto con le organizzazioni si sottrae anche al rapporto con i cittadini che chiedono condivisione. In questo frangente non sta svolgendo al meglio la sua funzione di amministratore pubblico".

Sulla stessa linea anche Maurizio De Lucia dell’associazione ‘Alberto Benetti’. "Ci occupiamo di legalità e pace dal 1984 e la nostra posizione in merito a questi tre temi è chiara, sottolineando che un luogo pubblico non può essere intitolato ad Almirante". Infine Massimo Michelucci dell’Anpi di Massa. "Molti comuni si sono trovati la cittadinanza onoraria a Mussolini e altrettanti l’hanno revocata. Queste sono operazioni di un governo di destra che non rinuncia alle sue origini".