Il patto di marmo. La ricaduta su economia, ambiente e sicurezza

«Il 40 per cento dell’estratto viene lavorato qui»

Erich Lucchetti

Erich Lucchetti

Carrara, 14 dicembre 2018 - Quasi un miliardo di fatturato di cui 603 milioni ricadono sulla città. Un gettito impositivo di 28 milioni di euro, una sempre più acuta attenzione per ambiente, lavoro, sicurezza e sociale. Il 40 per cento dei marmi, lavorati in loco. Gli imprenditori del marmo non ci stanno più al tiro di fuoco di quanti li vedono come predatori delle nostre montagne e, dati alla mano, snocciolano una serie di numeri che testimoniano che «il principale volano dell’economia apuana è un settore sano, forte e in crescita». Così Assindustria ha dato mandato all’Alta scuola di impresa e società dell’Università Cattolica di eseguire un report sulle aziende del lapideo che mostra il volto buono del settore. Di 50 imprese del bianco, 29 si sono sottoposte al questionario sintetizzato e analizzato poi dall’Università milanese che ha rilevato una situazione di assoluta salute per le nostre aziende. I dettagli dello studio sono stati resi noti ieri all’Accademia, presente il presidente Antonio Passa, nel corso della presentazione del secondo bilancio sostenibile da Richard Arsan, general manager di Altis - Università Cattolica del Sacro Cuore diMilano, Umberto Paoletti, direttore generale di Confindustria ed Erich Lucchetti, presidente della delegazione locale. Numeri che contraddicono in toto la percezione di una città che si sente nel degrado e che punta l’indice dell’arretratezza sulla principale categoria imprenditoriale. «Così non è – è stato detto dai vertici di Confidustria Paoletti e Lucchetti – il comparto è sano con 960 milioni di fatturato di cui 603 ricadono sui fornitori». Da qui una serie di segni più dimostrazione di un comparto florido con più 2,7 per cento di investimenti, il 40 per cento di materiale lavorato in loco, su un milione di tonnellate estratte ogni anno. Sottolineando che su 100 cave che operano nel settore dal 2001 l’estrazione è diminuita del 40 per cento (dati dell’Università Cattolica) gli addetti ai lavori hanno evidenziato un importante un impatto economico e sociale. «A tal proposito :– ha aggiunto Lucchetti – si sta per aprire la due giorni del marmo: la presentazione del bilancio e l’asta dei blocchi, importante per opere sociali». Così con il vessillo del bianco eccellenza del Made in Italy, le aziende apuane si collocano in un territorio dalle grandi potenzialità. «La responsabilità civile e sociale delle imprese – ha aggiunto Arsan – è alta. Il settore sconta pregiudizi ideologici. I numeri parlano chiaro: la Fondazione marmo ha all’attivo 20 progetti finanziati, per un valore di 350mila euro, l’87 per cento delle aziende punta a ridurre i consumi energetici, il 78 per cento quelli idrici, il 30 usa fonti rinnovabili, il 43 per cento degli investimenti è sull’ambiente. Idem per la sicurezza e la formazione dove quasi tutte le aziende (95 per cento) ha adottato protocolli di informazione, il 78 premi ai dipendenti, il 65 è sensibile alle pari opportunità, il 91 ha previsto piani formativi. Ancora l’82 per cento sponsorizza eventi sportivi o culturali, il 65 dona al volontariato».

«Storia, futuro e arte». Il bilancio di sostenibilità per illustrare come la nostra comunità – ha detto Lucchetti – di questo viva e sia parte integrante non solo per l’occupazione e i fatturati, ma perché il marmo è scritto nel Dna di ciascuno di noi. E’ la consacrazione di un legame con il territorio non casuale. Un patto che lega le imprese alla comunità estesa, condividendo problemi, aspettative e speranze comuni». «Sviluppo e sostenibilità rappresentano un binomio inscindibile – ha affermato Cristina Grieco, assessore della Regione Toscana al Lavoro – per la crescita dei territori e per la coesione delle comunità. La Regione Toscana apprezza e sostiene questa iniziativa di rendicontazione sociale ed ambientale di un comparto di punta per la nostra economia come quello lapideo». E’ il secondo anno che le aziende tro vano il coraggio e anche la volontà di fare di questo patto un fattore di trasparenza, di conoscena e anche di verità in un’area che sconta e subisce storicamente le conseguenze di luoghi comuni, di interpretazioni anche economiche e ambientali talora distorte, talora ideologizzate. E lo fanno con un obiettivo preciso, farsi conoscere perché solo la conoscenza fanno sulla forza che è fornita dai numeri. Ecco i principali numeri del settore: 960 milioni di euro di fatturato, 62,8% di questo fatturato distribuito ai fornitori, 15,1% ai collaboratori e a chi lavora nelle aziende, 7,9% alle pubbliche amministrazioni sotto forma di tasse e imposte, 13,3% reinvestito nella crescita e nella tecnologia delle imprese 210 milioni di euro di materiali grezzi esportati, 350 milioni di euro di lavorati esportati. Piú del 15% del Pil della provincia, piú del 7% dell’occupazione, in lieve ma significativa crescita. Nel 2017 il settore si è dotato di due strumenti operativi essenziali: Carrara marble way e Fondazione marmo. La prima costituita dalle principali aziende del settore, grazie alle nuove tecnologie e alla ricerca svolta in collaborazione con università, ha “trattato” più di un milione e mezzo di materiali derivati di cava, ponendo piú basi per un riutilizzo, nella logica di un’economia circolare. Le conclusioni a Chiara Biselli di Arpat. La Fondazione marmo raccoglie risorse da investire nel territorio , a favore della comunità locale. Grazie ai Fondi raccolti ha già sostenuto venti progetti per un valore superiore ai 350.000 euro. La versione integrale della seconda edizione del bilancio di sostenibilità del settore lapideo è scaricabile al link: http://www.confindustrialivornomassacarrara.it/bilanciolapideo.