Sono passati dieci giorni da quando il Monzone ha ripreso a sudare agli ordini di Augusto Secchiari. E proprio il nuovo tecnico di Gragnana è la principale garanzia per una stagione che vuole essere vissuta senza più tanti, troppi proclami.
È un gruppo che poggia ancora su tanti profili noti, sei ed essenziali gli ‘innesti’ effettuati nell’ultimo mercato, ed è inutile negarlo, per poter presentare la propria candidatura ad un campionato indirizzato alla conquista dell’area play off, deve inserire almeno un elemento di spessore a centrocampo e la pista che riporta a Lapo Esposito rimane sempre d’attualità, nelle prossime ore il play si dovrebbe mettere a disposizione del tecnico dei granata. A una settimana dall’inizio delle ostilità ufficiali la società presieduta da Andrea Sisti ha fatto le cose secondo realismo. Nessun rimborso-spese folli, dentro Lorenzo Alberti e Nicola Mastrini per coprire il "vuoto", si fa per dire, lasciato da Sabatini, dal Canaletto è arrivato Lorenzo Del Padrone, dal Romagnano il centrale difensivo Erik Biasi, mentre uno dei giovani più interessanti del calcio lunigianese Nicolas Giardina ha scelto di traslocare dalla Gragnolese e mettersi al servizio di un tecnico che lo stima, poi Pierami, a ruota il terrore delle difese avversarie Nicola Mastrini. Insomma, sono arrivati elementi con ottime credenziali per “coprire“ zone importanti del campo. Tutto il resto appartiene alla compattezza di un collettivo sostenuto nella causa da capitan Paolo Arcangeli sempre disponibile nel trasmettere utili suggerimenti.
Chi è convinto che la forza primaria di una squadra stia soprattutto nell’intesa di un telaio collaudato trova indubbiamente nel Monzone formato – nuovo, elementi che sulla carta sono il prototipo più rappresentativo. Insomma: il parco giocatore è di prima sostanza, di buona qualità, sperimentato al fuoco di battaglie già sostenute sul palco della Seconda. Ritrovarsi per Vegnuti, Berettieri, Bonini, Marchiò, Ciuffani, Luca Mastorci, Alessandro Arcangeli e Moisè, è una specie di punto e a capo per disputare un torneo nobile.
Enrico Baldini