Il marmo ha incrociato le braccia Massiccia adesione per la sicurezza

Il 90 per cento dei cavatori ieri ha scioperato con Cgil, Cisl e Uil per fermare le troppe morti sul lavoro

Il marmo ha incrociato le braccia   Massiccia adesione per la sicurezza

Il marmo ha incrociato le braccia Massiccia adesione per la sicurezza

Lo sciopero del marmo per chiedere più sicurezza ha avuto un’adesione molto alta. I sindacati parlano dell’oltre 90 per cento al monte e del settanta per cento al piano. Lo stato di agitazione era stato indetto da Cgil, Cisl e Uil per la giornata di ieri dopo l’ultima morte sul lavoro, quella che si è consumata sabato a Minucciano e dove ha perso la vita Ugo Antonio Orsi schiacciato da una lastra di marmo. A nome della Camera del lavoro di Massa Carrara parla il segretario generale della Cgil, Nicola Del Vecchio. "Ci troviamo a denunciare l’ennesimo incidente mortale che si verifica sul lavoro – dice il sindacalista –. È intollerabile l’incidenza mortale sul lavoro, nel 2022 in Italia ci sono state più di mille morti. È una strage che va fermata. Lavorare in sicurezza non è un’opzione ma una necessità. Nei mesi scorsi avevamo firmato un protocollo con la prefettura proprio su questo argomento. Questo tavolo deve partire prima possibile". "A livello di incidenti mortali i settori più colpiti sono quello del lapideo e quello dell’edilizia – commenta Francesco Ventimiglia segretario della Fillea Cgil di Massa Carrara –. Da tempo a livello nazionale stiamo chiedendo che queste morti possano essere ricondotte al reato di omicidio sul lavoro. Sabato è stata una giornata triste per tutti. Lo sciopero voleva essere un momento di riflessione non solo per chiedere più attenzione e prevenzione, ma anche per richiamare l’attenzione sulle malattie professionali, che devono vedere una svolta".

Per Lorenzo Sichei responsabile Filca Cisl Lucca Massa-Carrara: "Bisogna riportare l’attenzione sulla sicurezza – dice –, e lo sciopero è servito a questo. Chiediamo maggiori controlli di fronte a problemi di organizzazione, turni notevoli, promiscuità della lavorazione e troppo spesso fretta, e questo non solo nel mondo del lapideo. Quando avvengono le morti sul lavoro non si può parlare di fatalità, la fatalità in questi casi non esiste, bisogna semplicemente parlare di errore tecnico o umano. Per vincere la battaglia si deve fare prevenzione, a partire dalla scuola e farla per tutta la vita. Serve più responsabilità da parte dei datori di lavoro, di chi effettua i controlli e degli stessi lavoratori. A livello nazionale su questi temi stiamo chiedendo che si riapra il tavolo aperto con il precedente governo. Lo sciopero di distretto non risolverà il problema, ma ha riportato l’attenzione su un tema come quello della sicurezza nel mondo del lavoro".

Alessandra Poggi

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