Il litorale muore e non si fa niente per salvarlo

Il Piano regolatore dell'Autorità portuale di Massa critica per rischio archeologico e erosione costiera. Balneari chiedono spiegazioni sul ripascimento della sabbia. La costa massese è in pericolo, ma interventi insufficienti.

Luca

Cecconi

Soprintendenza

che ha già giudicato "inadeguata la valutazione del rischio archeologico" inserito nel nuovo Piano regolatore dall’Autorità portuale. Un Piano che presenta altre criticità, come l’aumento dell’erosione giudicato possibile, secondo la stessa Autorità portuale, fino a 3,5 km dallo scalo. Significa far sparire tutta la Partaccia, mentre in altri punti di Marina (Torre Fiat, Don Gnocchi) la sabbia è già scomparsa adesso. Ma un altro tema tiene banco. E’ quello del ripascimento, o meglio della ’riprofilatura’ di alcuni tratti del litorale (con fondi della Regione) in vista della stagione balneare. Proprio domani i balneari massesi saranno a Viareggio per chiedere spiegazioni sui motivi per cui la sabbia dragata al porto di Viareggio non venga portata sulla costa massese. Insomma, siamo alle solite. La costa massese – fino agli anni ’70 era un bel lido, senza scogliere, con almeno 150 metri di spiaggia – sta morendo e tutti ne parlano e si agitano ma nessuno interviene veramente per salvarla. Anzi, se da una parte (la Regione, i Comuni e quindi lo Stato) si cerca soltanto di tenerla in vita con qualche soluzione tampone (ripascimenti... a fondo perduto con le prime mareggiate), dall’altra (porto e quindi ancora lo Stato) si tenta di darle il colpo di grazia. Un’altra assurdita del nostro Belpaese.