Il gioco ‘sano’ batte l’azzardo. Gli operatori Serd in 240 scuole

Continua il progetto del Servizio Dipendenze Asl per aiutare i giovani a riconoscere ed evitare i rischi "Numeri sempre più imponenti. Spesso chi entra in circoli viziosi non si rende conto dei danni psicologici".

Il gioco ‘sano’ batte l’azzardo. Gli operatori Serd in 240 scuole

Il gioco ‘sano’ batte l’azzardo. Gli operatori Serd in 240 scuole

Tornare al gioco sano, di abilità e di ruolo, per far crescere la consapevolezza del rischio ed educare i giovani a riconoscere il gioco d’azzardo e prenderne le distanze è l’obiettivo del progetto “Slow life slow games” che ha portato i SerD dell’Asl a incontrare 15.836 studenti delle scuole primarie, secondarie e superiori, entrando in 835 classi e raggiungendo accordi con 240 scuole. Un impegno enorme per i servizi che vogliono costruire un valore culturale tra le nuove generazioni, capace di influenzare in maniera positiva le scelte future degli studenti. Una missione contro il gioco d’azzardo per proteggere i giovani che l’area Dipendenze Asl compie, grazie alla collaborazione di operatori formati e dedicati.

"Non si devono mai sottovalutare i rischi legati a questa problematica - sottolinea il direttore del SerD Maurizio Varese – perché i numeri che caratterizzano il gioco d’azzardo sono sempre più imponenti e spesso chi entra in circoli viziosi non si rende conto, specie se non ancora in età matura, delle conseguenze che la dipendenza può produrre, non solo economiche, ma anche psicologiche".

"La classe V della primaria Le Grazie di Massa – spiegano dalla scuola – ha aderito al progetto già dall’anno scorso con grande entusiasmo dei bambini che, incuriositi e stimolati dall’idea di un torneo, hanno trovato molto divertenti i giochi proposti. Infatti hanno proseguito, durante i momenti ricreativi, a utilizzare i giochi forniti alla classe anche a torneo terminato e sono stati stimolati a portare anche altri giochi da tavolo di loro proprietà, come scacchiere, Monopoli e simili. In questi due anni i benefici sul gruppo sono stati molti: dal momento prettamente di carattere educativo all’impegno per la comprensione delle regole del gioco, al rispetto del proprio turno. Dall’educazione alla riflessione nella ricerca di strategie ottimali, allo stimolo della logica, della memorizzazione, fino al potenziamento di abilità di manualità fine e della prontezza nei riflessi, il tutto contorniato dall’educazione al fair play e alla riscoperta del gioco di gruppo. Anche le famiglie a casa sono rimaste coinvolte".

"Il gioco – spiega Nadia Della Pina, insegnante della 5 B, del “Bonomi” di Caniparola - è un’abilità fondamentale per lo sviluppo cognitivo e personale dei bambini; il progetto Slow life - slow games è un’opportunità per sviluppare e promuovere tale abilità". L’iniziativa ha coinvolto, in particolare, tutti gli alunni della classi quarte e quinte della scuola primaria e non solo.