"Il bullo viene bloccato da una rete virtuosa" Casa Betania al fianco delle giovani vittime

Il presidente Lazzoni ha messo in campo professionisti per contrastare i fenomeni di violenza che vanno dal revenge porn al sexting

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Scuola, famiglie e istituzioni insieme con un unico obiettivo: combattere il cyberbullismo. È stato presentato ieri il progetto “Bulli nella rete: una rete di giovani scuole istituzioni e famiglie” al centro giovanile dei Gesuiti, luogo simbolico in quanto sede di uno dei tre sportelli di ascolto e aiuto messi a disposizione per i giovani vittime di abusi. La dottoressa Giulia Severi si è detta molto soddisfatta di questa iniziativa: "Vogliamo far cadere il bullo in una rete virtuosa fatta di dialogo costante, di empatia e consapevolezza per aiutare sia le vittime sia gli artefici". Attraverso un percorso di peer education lavorano nelle scuole due gruppi di operatori: il primo, composto da Lia Giugni e Beatrice Cipollini, si occupa della scuola primaria, il secondo della terza media e scuola superiore. Sul tema sono intervenuti alla conferenza gli avvocati Paolo Russo e Gianmarco Torrigiani che lavorano per esporre leggi di tutela attuando un metodo sensibile ed emozionale: "Facciamo corsi con i ragazzi mettendoci sul loro stesso piano attraverso un approccio empatico. Cerchiamo di aiutare sia le vittime sia i bulli, reinserendo questi ultimi in un canale positivo".

È stata ricordata anche l’importante legge 71 del 2017 sul cyberbullismo che consente direttamente ai ragazzi di chiedere aiuto presentando istanza al gestore del social network nel quale hanno ricevuto abusi. È intervenuto anche il presidente di Casa di Betania Bruno Lazzoni: "Facciamo rete per aiutarci a vicenda. Cerchiamo di dare rilevanza extraterritoriale a quello che facciamo". L’iniziativa cerca di arrivare a più persone possibili attraverso diversi canali: importante è quindi la presenza nel progetto del dottor Youssef

Sbai che da la possibilità non solo di arrivare alla comunità cattolica ma anche ai ragazzi delle

moschee. Sono intervenuti inoltre la psicologa Martina Iardella, il dottor Giacomo Zucchelli, Marco Leoni presidente Azione cattolica, Luca Bontempi presidente Centro giovanile di Massa e Almo Puntoni direttore Caritas diocesana.

L’iniziativa, che è iniziata a settembre terminerà a febbraio 2024 e durante questo periodo verranno svolte varie attività di ricerca, informazione, ascolto e

tutela dei giovani, cercando di combattere quei fenomeni di abbandono scolastico realizzando anche tre sportelli a Massa, Carrara e Aulla dove le vittime di bullismo possono rivolgersi. Il progetto dunque sta procedendo a gonfie vele, vista anche l’empatia e la professionalità del team di ricerca che lavora quotidianamente con i ragazzi attraverso cicli di formazione, coinvolgendo sia le famiglie sia gli insegnanti. L’oggetto di discussione è la realizzazione di interventi sulla consapevolezza e conoscenza del bullismo e del cyberbullismo, in particolare sulla forma di violenza specifica del sexting e del revenge porn, visti i crescenti casi degli stessi tra le nuove generazioni.