
I timori di studenti e prof per viabilità e laboratori
I traslochi sono rivoluzioni nelle vite di tutti coloro che li devono affrontare, figurarsi per una delle istituzioni più longeve dell’Italia unita. Il Liceo Classico a Massa, infatti, fondato nel 1860 (e intitolato a Pellegrino Rossi nel 1865), ha sempre abitato tra le sale del celebre edificio in viale Democrazia. E vanta tra i suoi docenti più illustri Giovanni Pascoli. Il trasferimento di tutto il plesso in via San Francesco, nell’ex ’Vallerga’, sarà per studenti, professori, personale amministrativo e Ata uno sconvolgimento. La situazione era rimasta a lungo in stallo, con gli studenti e i professori che rischiavano di essere divisi in due, con una parte del Liceo che sarebbe rimasta davanti alle Poste e un’altra trasferita chissà dove. Ipotesi che preoccupava molto alunni e docenti che temevano di veder finire la vita scolastica e non solo del Classico, un triste viavai da un plesso all’altro che avrebbe distrutto la vera forza di questa scuola: l’unione. Frazionamento evitati e da settembre tutte e 14 le classi (quasi 300 studenti), la segreteria e tutto l’impianto amministrativo verranno trasferiti. Ma l’umore nella scuola non è dei migliori perché il trasloco porterà diverse criticità. A partire dalla viabilità: il viavai di genitori e ragazzi, auto e motorini, non sarà facile nelle strette stradine per arrivare all’ex ’Vallerga’, non paragonabili di certo all’Aurelia, e anche le possibilità di parcheggio sembrano decisamente ridotte.
A rischio anche i laboratori di fisica e scienze perchè nella sede provvisoria non ci sarebbero spazi adeguati, e ridimendionata sarebbe la palestra. Per un’istituzione come il Liceo Rossi, fortemente legato ai suoi storici spazi animati non solo nelle ore di lezione ma anche con tutti i progetti extrascolastici, perdere questi luoghi potrebbe avere ripercussioni anche sull’appeal dei futuri iscritti, in calo nell’ultimo periodo. La sede scelta almeno per i prossimi due anni ha colto di sorpresa gli studenti, rimasti all’ipotesi di una scuola divisa in due. Ora, a poche settimane dalla prima campanella, attendono disposizioni ufficiali.
Gabriele Ratti