REDAZIONE MASSA CARRARA

I piatti tipici con l’agnello di Zeri e gli appuntamenti per Pasquetta

A Filetto, in comune di Villafranca, mercatino dell’antiquariato e nelle case le ricette delle nonne

Tra le specialità gastronomiche in Lunigiana sempre ricordare le torte d’erbi (foto d’archivio)

Massa, 16 aprile 2017 - Pasquetta... all’aperto. Filetto, suggestiva frazione del comune di Villafranca, ospiterà domani diverse manifestazioni adatte a grandi e piccini. In particolare il circolo Anspi di Filetto organizza il mercatino dell’antiquariato. L’ambientazione nella quale si svolge è davvero suggestiva: le bancarelle degli hobbisti e dei commercianti si snoderanno lungo il borgo medioevale, trovando spazio nell’antica piazza Fatebenefratelli. I frequentatori abituali sanno di poter trovare merce adatta a tutte le esigenze: dai piccoli oggetti da pochi euro, ai pezzi d’antiquariato, ma anche libri, cartoline, stampe e vecchi strumenti da lavoro. Non solo, nella Selva di Filetto, lungo via San Genesio, a partire dalla mattina, ci sarà la fiera di Pasquetta, realizzata grazie all’iniziativa e alla partecipazione degli ambulanti del mercato comunale, che insieme all’amministrazione hanno voluto garantire quella che è ormai diventata una tradizione annuale.

Ma se parliamo di Pasquetta è necassario parlare anche dell’agnello di Zeri, il re della tavola per le festività pasquali La richiesta anche quest’anno è stata molto alta e gli allevatori locali hanno faticato non poco a soddisfare il mercato. L’agnello zerasco che è presidio Slow Food è anche nella classifica delle cento specialità gastronomiche dell’»Arca del gusto» un’associazione nazionale con sede a Torino che promuove la tradizione della gastronomia italiana ed è stato al centro dell’attenzione in numerose trasmissioni televisive. L’origine del prodotto è comprovata dalla marcatura effettuata con timbro apposito dal tecnico preposto al controllo e da un certificato. Gli agnelli sono molto richiesti per il sapore squisito della loro carne, saporita e tenera e vengono macellati tra i 22 e i 26 chilogrammi di peso. Ma il menù pasquale era molto variegato, la festa religiosa era anche l’occasione per mangiare piatti che uscivano dall’ordinaria quotidianità.

Che cosa cucinavano per Pasqua le nonne di Lunigiana ? Sul desco non potevano mancare testaroli, lasagne tordellate, tortelli di verdura o le zuppe di erbe selvatiche. Tra i secondi piatti oltre all’agnello cotto nei testi con le patate di montagna e mistura di carciofi, zucchini e cardi fritti, coniglio in umido, polpettone, valigette di carne ripiene. Senza dimenticare il cappone arrosto affogato nella casseruola di terra con gli sformati di cavolfiori spinaci e carote. Poi torte d’erbi, barbotta con farina di mais e cipolle, focaccette e panigacci con salumi. Al dolce arrivano in tavola la tradizionale «mesciada e il canestrello. Alla fine per digerire un bel bicchierino di «strozzapreti« un liquorino prodotto con l’infusione nell’alcol di bacche di prugno selvatico.