REDAZIONE MASSA CARRARA

’Hurricane’: un solo grido, un solo pensiero… libertà!

Il pugile Rubin Carter, ingiustamente imprigionato, trova nella scrittura la forza per lottare contro il razzismo. La sua storia ispira un film, una canzone e una protesta che porta alla verità.

Il pugile Rubin Carter è il protagonista di una storia di ingiustizia, che è diventata un film e una canzone bellissimi. Carter è innocente e in prigione viene trattato come un animale, a causa del razzismo. Lui però non vuole vivere in quella cella e usa la scrittura per volare via: "scrivere è magia ed è un’arma più potente di qualsiasi pugno". Carter scrive la sua verità e non si arrende, anche se passerà vent’anni chiuso in carcere. Nel 1974 viene pubblicata la sua autobiografia The Sixteenth Round: From Number 1 Contender to #45472 e la gente inizia a sostenerlo con grande forza. Questo romanzo finisce nelle mani di un ragazzo a Brooklyn, Lesra, e i due iniziano a scriversi delle lettere, diventando amici. Sarà proprio la famiglia di Lesra ad occuparsi del suo caso e ad aiutarlo ad uscire. Il cantante Bob Dylan ha scritto il brano Hurricane come denuncia per la condanna di Carter e grazie ai suoi concerti ha raccolto più di centomila dollari per aiutare gli avvocati. Da qui è partita una vera protesta che ha aiutato a far venir fuori la verità. Per chi il carcere lo vive, vedere questo film è uno spunto di profonda riflessione. Hurricane ci insegna tantissimo e ci dice che è fondamentale avere coscienza di sé e avere fiducia nell’amore. Questo messaggio arriva forte in IPM, dove sono tanti i momenti in cui si sogna la libertà. Una libertà che parte sempre da dentro e che porta a scegliere la strada in cui le persone che ti amano non ti tolgono niente. La qualità della vita di Carter è rimasta altissima, anche con le manette ai polsi, e così deve essere per ogni detenuto.