REDAZIONE MASSA CARRARA

"Guadagni da capogiro? Per 4 aziende. Noi fatichiamo a pagare i 40 stipendi"

La Cooperativa Cavatori Torano è l’altra faccia del mercato dell’escavazione

"Guadagni da capogiro? Per 4 aziende. Noi fatichiamo a pagare i 40 stipendi"

"A Report hanno fatto vedere fatturati da capogiro ma noi fatichiamo a pagare gli stipendi". Le parole del presidente della Cooperativa Cavatori Lorano, Marco Tonelli, si concentrano sui guadagni indicati dalla trasmissione di Rai 3. Cifre milionarie "che riguardano giusto quattro realtà – sottolinea –, ma per le 70 cave restanti la situazione è ben diversa. I nostri camion fanno massimo 4 viaggi al giorno". La cooperativa funziona "che ci gestiamo da soli tutti i finanziamenti e gli investimenti che andiamo a fare – racconta – come possono essere i macchinari nuovi, noi siamo dipendenti ma soci. Dobbiamo presentare progetti insieme al direttore dei lavori, al geologo e al direttore alla produzione. Poi vengono esaminati da Arpat, Asl, Comune e Regione. Ci capita di aspettare anche anni prima che vengano approvati".

Una grande burocrazia "che grava sulla produzione ma noi i 40 stipendi alla fine del mese dobbiamo comunque pagarli – dice Tonelli –. Ci sono aziende che non hanno quella tranquillità lavorativa da poter fare progetti. Noi li facciamo con i nostri sacrifici, cerchiamo di supportare le nuove lavorazioni che ci permettono di produrre e pagare tutti gli investimenti. Il lavoro da tre anni a questa parte è dimezzato: 4 anni fa parlavamo di 50mila tonnellate di marmo estratto, oggi siamo a 22mila. Investiamo continuamente in macchinari per lavorare la marmettola come la pressfit, le vasche di contenimento, per renderla pura per utilizzarla in ambito farmacologico. Abbiamo controlli continui, sopralluoghi e se non ti adegui ti chiudono l’attività. Stiamo facendo di tutto per il rispetto dell’ambiente con tanti investimenti ma con una produzione che diminuisce sempre di più".

Il peso delle guerre si fa sentire, "non si costruiscono più moschee, il bianco di Carrara rimane qua, tanti paesi si stanno tirando indietro per il futuro incerto". Ma l’indotto sulla città è ancora forte "visto che l’80% delle banche locali lavora con le cave, tutti i fornitori, i professionisti. Cambiamo 3 volte all’anno scarponi, occhiali, abbigliamento, e compriamo tutto nelle attività del territorio. Se chiudiamo noi, chiudono tanti negozi. Poi ci sono le donazioni: in pandemia le maschere per l’ossigeno per gli ospedali, oggi le sovvenzioni alle scuole, a chi non arriva a fine mese. A breve con l’articolo 21 rifaremo piazza Farini con i soci della Marmi Carrara".