REDAZIONE MASSA CARRARA

Giuntoli, tutti a casa. Deciso il doppio fallimento. La rabbia dei dipendenti

Cala il sipario sulla nota azienda di gelati e la società proprietaria dell’immobile "Un colosso del settore voleva subentrare: perchè non si è trovata una soluzione?".

Giuntoli, tutti a casa. Deciso il doppio fallimento. La rabbia dei dipendenti

"Un’occasione persa". Così gli ex dipendenti della ditta Giuntoli commentano il fallimento della nota azienda di gelati e ghiaccioli arrivato come una doccia fredda, sebbene se ne parlasse da mesi. Un doppio fallimento: quello di Alba Srl, l’azienda proprietaria dell’immobile in cui Giuntoli operava, e appunto la Giuntoli S.a.s. Gli ex dipendenti mettono sotto accusa il mancato accordo dei due giudici fallimentari, ritenendo che "non si sia lottato abbastanza" per salvare una realtà fiore all’occhiello della provincia.

Giuntoli aveva tutti i suoi macchinari e uffici nello stabile di Alba, a Montignoso, ma entrambe le società, dopo gestioni evidentemente sbagliate e le ’mazzate’ date dal Covid e dalla guerra in Ucraina, che ha alzato alle stelle i prezzi delle materie prime, erano diventate inadempienti verso i fornitori. Giuntoli comunque era riuscita a mantenere il suo primato come azienda forte nella produzione di gelati, ghiaccioli e dolciumi, anche se non fatturava più le cifre del pre Covid. Da fuori sembrava che tutto andasse bene, ma i problemi c’erano. E un’azienda colosso della produzione dei gelati era interessata a subentrare a Giuntoli, mantenendone interamente la forza lavoro e sfruttando i macchinari all’avanguardia dell’azienda locale per la produzione industriale. Qualcosa però è andato storto e da lì è arrivato il coinvolgimento del Tribunale.

Ora i 15 dipendenti a tempo indeterminato di Giuntoli vorrebbero capire perché non si sia trovato l’accordo tra le due società, dal momento in cui erano al corrente del fatto che l’azienda del settore interessata all’acquisto si era già palesata, si era fatta conoscere anche da loro e aveva l’intenzione di rilevare totalmente la Giuntoli S.a.s mantenendo i rapporti e le collaborazioni con i fornitori. Il nodo cardine per i 15 dipendenti, che avrebbero mantenuto le solite mansioni, modificando solo il contratto passando da uno artigianale a uno industriale con ulteriori benefici, è quello del mancato accordo tra i giudici che hanno deciso di far fallire le società.

"Hanno avuto due modus operandi diversi – spiegano –. Il giudice di Giuntoli, Alessandro Pellegri, ha fatto il pre concordato e successivamente un periodo di esercizio provvisorio per portare a termine la stagione estiva, quindi ha permesso all’azienda di continuare a lavorare; l’altro, Elisa Pinna, ha deciso il fallimento di Alba. Pellegri si è preso tempo perché, noi ipotizziamo, aveva la speranza che dato l’interesse dell’altra azienda si sarebbe potuta sanare la situazione. Sul verdetto non si è tenuto conto di noi dipendenti fissi di Giuntoli, dei più di 100 dipendenti stagionali e dell’arrivo di un colosso che avrebbe portato oltre al risanamento dell’azienda, anche la possibilità di nuovi posti di lavoro. Diciamo questo perché ad Alba non è stato dato nemmeno un periodo di esercizio provvisorio per valutare se si potesse salvare qualcosa".

Gli ex dipendenti si aspettavano anche il sostegno da parte dei sindacati ai quali ora lanciano un appello. "Se salvi un’azienda salvi i dipendenti e il lavoro – affermano –. D’estate Giuntoli arrivava ad assumere anche 100 operai che lavoravano per oltre 6 mesi. Sono operai che per tanti anni hanno lavorato nell’ambito, conoscono le macchine e svolgono il loro lavoro con professionalità: non possiamo dimenticarci anche di loro. L’azienda – concludono – si è sempre comportata bene con noi, ci avevano messo al corrente della situazione e del potenziale fallimento ma era in pari con gli stipendi e i contributi. Veramente si vuol buttare via un’occasione così importante di crescita anche della provincia e di avere sul territorio un’azienda colosso della produzione di gelati, ghiaccioli e dolciumi? E cosa accadrà dal momento in cui questa azienda arrivasse comunque nel nostro territorio? Si può avviare un procedimento che permetta all’azienda di non abbandonare l’idea di prendersi carico di Giuntoli?". Gli ex dipendenti vorrebbero delle risposte.

Margherita Badiali