Gioielli di modernariato per il grande cinema "I miei mobili in serie tv e film da Oscar"

Il trovarobe pontremolese Luca Federici, titolare di “Rovistando“, al fianco dei registi internazionali per scenografie uniche

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Trovarobe globale va a caccia di oggetti, arredi e decorazioni di modernariato, la culla del design che sfornò prodotti dagli anni Trenta agli Ottanta del Novecento. Non solo li scopre e li vende, ma li mette anche in scena sui set televisivi e cinematografici dove la sua collaborazione è molto richiesta. Il titolare dello showroom “Rovistando“, che si trova in Piazza Duomo, 28 a Pontremoli, si chiama Luca Federici e sin da ragazzo ha scoperto in sé la passione per l’arredamento e la collezione di oggetti che hanno marchiato la recente storia sociale. Un fuoco che l’ha spinto a lasciare nel 2006 il lavoro in banca, organizzando un’attività molto seguita attraverso il sito www.rovistando.it. Ha clienti in tutto il mondo: Canada, Nuova Zelanda, Australia, Giappone, Stati Uniti, Francia, Belgio, Spagna e Italia. Impazziscono all’idea che i pezzi che si possono comprare su “Rovistando“ siano passati per le mani di Denzel Washington e Dakota Fanning nel film “The Equalizer 3“, o di Toni Servillo nella pellicola “E’ stata la mani di Dio“ del regista Paolo Sorrentino. Tra le partecipazioni più prestigiose anche il contributo alla scenografia del film “Napoli velata“ di Ferzan Ozpetek con Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi e “In buona compagnia“ di Cristina Comencini. Non solo film d’autore, ma spot pubblicitari, shooting fotografici e serie televisive dai grandi ascolti. "Il discorso legato al cinema è cresciuto gradatamente negli anni - spiega Federici - Ho collaborato con vari scenografi e arredatori di set. Una delle occasioni che mi ha dato molta soddisfazione la fornitura degli arredi del film di Sorrentino “E’ stata la mano di Dio“, candidato all’Oscar".

Che emozione dà vedere al cinema i ’propri’ arredi?

"Una grande gioia ma ormai ci ho fatto un po’ l’abitudine. Per me si tratta di un riconoscimento importante del lavoro svolto. Tuttavia non mi piace selezionare arredi pensando che possano andare bene per una certa scenografia. Io seguo il mio istinto e mi procuro oggetti che poi trovano anche il consenso degli scenografi".

Si è pentito di aver venduto qualche pezzo?

"Ci sono tanti pezzi che mi sono pentito di non aver tenuto per casa mia, tipo le lampade disegnate da Gio Ponti. Tanti prodotti sono stati scoperti quasi dal nulla e si sono rivelati molto importanti, magari frugando nei mercatini. Il polso alle linee di tendenza si tasta alla fiere internazionali. Ci sono realtà come New York, Parigi e Londra dove si anticipa l’orientamento del mercato futuro".

Come si determina il prezzo di un arredo?

"Con il mercato in base all’esclusività, alle condizioni dell’oggetto, alla rarità , ma soprattutto alla moda del momento. C’è un grande lavoro di ricerca che costa tempo".

Per il creatore di “Rovistando“ la motivazione del trovarobe cresce se è legata a passione e umiltà nell’approccio...

"Non ho fatto studi specifici, però ho letto molti libri e mi aggiorno continuamente. La specializzazione del negozio sarebbe design fuori produzione con arredamento e decorazione del Novecento. Tendenzialmente design fuori produzione. E poi c’è tutta una parte che riguarda l’arredamento dei locali con oggetti vintage originali, mobili da vecchia osteria da bistrot, da vecchie drogherie, botteghe. Ma il negozio è solo una piccola parte del lavoro che si muove attraverso il sito. Ci sono la pagina instagram, le news letter e la gestione del magazzino, Il negozio per me è una sorta di ufficio arredato".

N.B.